10.3.10

Videogiochi violenti? In Venezuela si va in galera, parola di Hugo Chavez

Tempi duri, anzi durissimi per i videogiocatori venezuelani: la legge "Proibizione dei videogiochi e dei giocattoli violenti", approvata nel novembre scorso, è stata infine ratificata. In sostanza, chi dovesse promuovere l'acquisto o l'uso di videogiochi o giocattoli violenti si vedrà comminare una bella multa, mentre chi dovesse addirittura avere l'ardire di importare, produrre, vendere, affittare o distribuire videogiochi o giocattoli violenti finirebbe nelle patrie galere venezuelane con una bella pena variabile dai 3 ai 5 anni. Hurrà.

Secondo questa legge, fortemente voluta dal vulcanico presidente Hugo Chavez, dicasi "violento" un videogioco utilizzabile su PC, console (portatile o meno), telefonini e/o qualsiasi altro dispositivo atto alla bisogna che contenga informazioni atte a promuovere o incitare la violenza o l'uso delle armi. Alla stessa maniera, dicasi "violento" un giocattolo che rappresenti armi utilizzate dall'esercito boliviano o dall'esercito o forza di sicurezza di qualsiasi altro stato, oppure anche un giocattolo che, pur non promuovendo direttamente la guerra, stimoli in qualche modo l'aggressività e la violenza.

Quali saranno mai le ragioni alla base di tanto accanimento contro i videogiochi ed i giocattoli violenti? Pare che al presidente venezuelano proprio non sia piaciuto quel gran pezzo di software che rispondeva al nome di Mercenaries 2: Inferno di Fuoco (PEGI 16+, "World in Flames" nella versione ENG), gioco ambientato guardacaso in Venezuela, dove il giocatore aveva a che fare con un cattivo dittatore che aveva preso il controllo della regione. Detto che il suddetto gioco, oltre che a Chavez, non era affatto piaciuto anche a parecchi videogiocatori (strano, era tanto bellino), come dare torto al presidente venezuelano? Immaginate che una software house produca un videogioco nel quale dei mercenari arrivano a casa vostra e fanno il diavolo a quattro per buttarvi in mezzo ad una strada, magari mentre siete a tavola per cena a guardare il telegiornale...il gioco potrebbe venir fuori anche carino (io ci farei uno strategico in tempo reale!), ma io mi arrabbierei comunque.

Per fortuna, però, io non sono il presidente del Venezuela...

2 commenti:

BachElet ha detto...

NOn so, questa cosa io la definisco censura.
Censura che prima o poi (non conosco la situazione del Venezuela) finirà per essere applicata anche ai film, o ai libri...perchè se passa il concetto che i giochi o i videogiochi violenti sono da considerarsi "cattivi" (perchè influenzano negativamente la mente), allora non vedo come si possano tollerare certi film o certi libri.

Sempavor ha detto...

Io dico soltanto una cosa: chi ha paura della libertà o la teme perchè non è capace di gestirla, oppure perchè fonda il proprio successo sulla mancanza della libertà.

In ogni caso non è con la repressione (o con la censura, come dici tu) che si risolvono i problemi. Al massimo così li puoi nascondere, che è addirittura peggio...

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