31.12.13

Il 2013 che finisce dimostra che Charles Darwin aveva torto

Charles Darwin aveva torto: il 2013 che finisce lo dimostra inequivocabilmente.

A guardare quanto accaduto nel corso dell'ultimo anno, infatti, non appare plausibile la teoria secondo la quale l'evoluzione delle specie sarebbe determinata da una selezione naturale di quegli individui che presentino caratteristiche ottimali per la sopravvivenza. Insomma, il mondo a me non sembra mica popolato da esseri baciati in fronte da Madre Natura, tutt'altro: non sono però le piccolezze dei grandi uomini a balzare all'occhio, perchè ormai a brutture simili siamo fin troppo abituati (...bell'evoluzione, l'assuefazione); sono le piccolezze dei piccoli uomini, degli uomini che purtroppo incontriamo tutti i giorni, a salire tristemente alla ribalta.

Sono le piccolezze di quegli anziani incarogniti che nel corso della loro lunga vita incredibilmente non hanno capito un beneamato cazzo del mondo, eppure sono convinti di essere gli unici a sapere da che parte gira il fumo; sono le piccolezze di quelle persone spavalde che, una volta salite su un'automobile, si convincono di essere le uniche padrone della strada; sono le piccolezze dei rissosi senza vergogna che, di fronte a qualcuno che la pensa diversamente da loro, credono che l'unica opzione di dialogo consista nell'insulto e nella minaccia di morte; sono le piccolezze di un intero Paese che affonda fottendosene di affondare, che va in pezzi e si preoccupa di arraffare i cocci, che ruba estorce inquina muore fallisce e finge di non accorgersene.

Gli ottimisti guardano al 2013 che finisce, ed ancora blaterano di evoluzione: beati loro. Buon 2014 a tutti, magari quest'anno arriva davvero un meteorite e sistema tutto alla faccia di Darwin, degli anziani, degli automobilisti, dei leoni da tastiera e dell'Italietta. Soprattutto dell'Italietta.

Buon 2014, umanità.

28.12.13

Telecom Italia: perchè basta

L'unica - parziale - consolazione delle mie disavventure con Telecom Italia è che, a spulciare la rete, è possibile imbattersi in una marea di infelici che hanno avuto la propria personalissima disavventura con l'azienda di telecomunicazioni: come si dice, mal comune...

Mal comune...mal comune: "mezzo gaudio" un cazzo, quando c'è di mezzo un cliente che paga per avere un servizio che definire discutibile è riduttivo. Ad ottobre, improvvisamente, il mio router D-Link inizia a litigare con l'internet gentilmente fornito da Telecom Italia: memore di precedenti e sonori incavolamenti, decidevo di testarlo altrove prima di contattare il 187 che, quando c'è un problema, ti risponde sempre che c'è qualcosa di rotto a casa tua: il pc, la presa, il cordless...e pertanto contattavo la solerte assistenza di Telecom Italia solo dopo avere accertato che - pensa un po' - il mio router altrove funzionava alla grande. Anche su altre linee Telecom Italia, incredibile.

Ovviamente il 187 non era di questo avviso: il mio router è rotto, mi dicono, ed a nulla valgono le mie obiezioni a proposito del fatto che invece, per esempio su un'altra linea Telecom Italia, il router funziona alla grande. Mi arriva in casa anche un tecnico, constata che tutte le impostazione del mio router sono corrette, attacca alla mia rete un router Telecom Italia e, prima di andarsene, sentenzia che il mio router è rotto e che dovrei acquistare un router Telecom Italia, perchè quello funziona (...ah). Mi rivolgo anche all'assistenza tecnica telefonica, la quale mi informa più e più volte del fatto che, qualora si scoprisse che il "difetto" è mio e non di Telecom Italia, mi verrà addebitato il costo dell'assistenza. Tutto pur di capire quale sia il problema ed usufruire degnamente del servizio per il quale pago un abbonamento.

Ovviamente anche in questo caso la risposta non cambia, "noi facciamo ulteriori verifiche, lei provi a navigare e poi ci risentiamo per chiudere la pratica, in un modo o nell'altro": mai più risentiti. Alla fine mi arrendo, e - stolto! - scelgo quella che all'epoca mi sembrava la via più semplice e rapida: andare in un negozio TIM e comprare un router Telecom Italia. Spendo 99 €, compro un coso Ultra Internet con il quale, mi dico, finalmente risolverò i miei misteriosi problemi di navigazione. Peccato che, nemmeno dopo due mesi, il router Telecom Italia smetta di dialogare con il mio PC: morto, kaputt, defunto. E a nulla valgono le mie obiezioni con il 187, perchè secondo loro si è rotto il mio PC (...noooo? Davvero?), anche se qualsiasi altra cosa io attacchi alla scheda di rete dialoga come una scheggia con la macchina.

Per fortuna conosco un amico che si occupa di assistenza PC, e gratuitamente mi viene fornita la conferma di quello che già sapevo: è il router Ultra Internet di Telecom Italia da 99 € ad essersi rotto, e dopo nemmeno due mesi dall'acquisto. Tronfio lo riporto al negozio TIM, e la mia tronfiaggine viene prontamente invitata a sgonfiarsi: è vero che il prodotto è in garanzia, ma per averne uno in sostituzione è necessario attendere 15 giorni e - che sfiga! - purtroppo in negozio non ne hanno nemmeno uno da noleggiarmi (eh? Dopo due mesi un router da 99 € che ho comprato per disperazione si è rotto, ed io dovrei pure noleggiarvi un router per usufruire di un servizio per il quale già vi pago profumatamente?!).

Dicevo: 15 giorni di attesa per riavere un router funzionante (si spera più a lungo del predecessore). Ad oggi ne sono passati 18, di giorni, e mentre io restavo speranzoso in attesa di buone nuove che non sono mai arrivate, da Telecom Italia mi giungono invece cattive notizie. Sotto forma di fattura. Nello specifico un importo di 29,95 € di "Contributo assistenza telefonica hardware/software". Tempismo perfetto, mi dico: non solo ad oggi Telecom Italia non ha saputo spiegarmi quale diavolo sia il problema sulla linea che mi impedisce di utilizzare un  router terze parti tuttora funzionante altrove; non solo il router Telecom Italia da 99 € che avevo comprato ha tirato le cuoia dopo neanche due mesi; non solo dopo 18 giorni nessuno dell'assistenza si è fatto vivo per darmi notizie...ma ecco arrivare 29,95 € da devolvere a Telecom Italia.

La mia rabbia parzialmente si placa quando, al 187, mi spiegano che - nell'era di internet... - per fare un reclamo non posso utilizzare l'email ma devo...mandare un fax: cazzo, mi sa che anche loro usano i loro router, poveretti. E' decisamente tempo di cambiare operatore, fare ciaociao con la manina a questi signori e magari convincere qualche conoscente che sta mettendo su casa a guardare altrove, per telefono ed internet. Telecom Italia, perchè basta.

Telecom Italia: perchè basta.

25.12.13

Buon Natale un cazzo

...Buon Natale? Buon Natale un cazzo.

Buon Natale un cazzo a chi si è meritato la mia indifferenza, ma non a Natale: a Natale si merita un bel vaffanculo; dividetevelo da buoni pezzi di merda.

Buon Natale un cazzo ai bugiardi: credetemi, non esiste nessuno che lo meriti più di voialtri.

Buon Natale un cazzo a chi, anche in questo santo giorno, guida come se per strada fosse l'unico figlio di puttana che ha bisogno di andare dal punto x al punto y, a chi evidentemente ha dimenticato tutto quello che gli era stato insegnato a scuola guida, a chi non mette una freccia nemmeno sotto tortura, a chi ti tallona in autostrada neanche se volesse prenderti la scia, insomma buon Natale un cazzo alla maggior parte degli automobilisti italiani.

Buon Natale un cazzo al Paese paradossale che è diventata l'Italia. Amen.

Buon Natale un cazzo all'intera classe politica italiana, nessuno escluso: da chi ha scelto di affondare insieme al "papi" a chi ha preso una valanga di voti per poi fare semplicemente il bimbetto maleducato, da chi fa pagare la crisi sempre ai soliti stronzi a chi cerca di restare a galla facendosi soltanto i cazzi suoi.

Buon Natale un cazzo a chi oggi è andato a Messa pensando di andare ad un a sfilata di alta moda.

Buon Natale un cazzo a chi, imperterrito, continua a provarci e a chi, con le fette di salame rigorosamente nostrano sugli occhi, continua a crederci e a pretendere che anche gli altri ci credano, ancora e ancora e ancora, anno dopo anno.

Buon Natale un cazzo a chi crede che siano i clienti a dover correre da lui, e non lui a dover (rin)correre i clienti: insomma, buon Natale un cazzo, Telecom Italia.

Buon Natale un cazzo a chi viene in Italia e pretende che si sia noialtri a doversi integrare a lui ed alle sue usanze, e non il contrario; buon Natale un cazzo anche a chi, in questo augurio, ci vede qualcosa di razzista.

Buon Natale un cazzo a chi al Natale, a Gesù Cristo e a tutto il resto della compagnia proprio non ci crede, ma invece di bearsi privatamente della propria illuminazione (non è difficile, credetemi: parlo per esperienza personale) pretende di imporre il suo ateismo a tutto il resto della società.

Buon Natale un cazzo, insomma. E non si offenda chi dovessi aver dimenticato.

Buon Natale un cazzo.

21.12.13

Il Battesimo del Fuoco di Andrzej Sapkowski in libreria da gennaio 2014

Continuano - anche in italiano, grazie a Editrice Nord - le avventure del witcher Geralt di Rivia, protagonista della saga fantasy che è arrivata dalla Polonia a miracol mostrare: Il Battesimo del Fuoco di Andrzej Sapkowski arriverà infatti in libreria a gennaio 2014. Per chi non potesse attendere gennaio, a questo indirizzo è disponibile un pregevole estratto (raggiungibile anche cliccando sulla copertina del libro, qui sotto) in anteprima. Personalmente non voglio farmi del male, ed eviterò di sbirciare: la sofferenza dell'attesa sarebbe troppo forte, poi.

http://issuu.com/illibraio/docs/il_battesimo_del_fuoco_promo_low?e=1141365/5183072
Il Battesimo del Fuoco, un estratto in anteprima.

20.12.13

Orfani #3, Gigi Cavenago e le cose fiche

Gigi Cavenago. Ribadisco per l'ennesima volta la mia iNIoranza nel campo dei fumetti, ammetto che non conoscevo questo disegnatore e mi lascio andare ad un'esclamazione di gioia affermando che era da tempo che non trovavo un disegnatore che mi facesse dire: "ehi, fico". E se vi pare poco potete andare a blaterare di arte, di brossura o di novel graphic da un'altra parte...altrimenti correte in edicola e comprate il terzo albo di Orfani (la serie Sergio Bonelli Editore tutta a colori) perchè - pensa te - è disegnato proprio dal buon Cavenago. Ed è intitolato "Primo sangue".

Pure i colori di Arianna Florean non sono niente male, con una foresta primordiale che viene sontuosamente evocata nella seconda parte della storia...ah già, la storia. Le avventure di Cicciobombo cannoniere con tre buchi nel sedere e dei suoi compagni comprimari continuano, esattamente dove li avevamo lasciati nel numero 2: gli alieni cattivi (cattivi???) hanno attaccato la flotta terrestre in orbita intorno al pianeta dal quale si suppone sia giunto l'attacco tachionico che, anni prima, aveva polverizzato gran parte del pianeta Terra, e indovinate chi chiameranno gli umani per fare il culo agli alieni cattivi (cattivi???)? I Ghostbusters? No: gli Orfani, i super-soldati addestrati a fare cadaveri, e mica arte. Ma prima uno sconvolgente flashback.

Roberto Recchioni, dopo aver headshottato un povero coniglietto indifeso nell'albo precedente, continua indomito a sfidare la sorte e ci svela che il ragazzino che sembra cattivo ma che in realtà ha il cuore tenero - Ringo - prima del disastro era nientepopodimeno che...un torero. Sta a vedere che nei prossimi numeri salta fuori che Jonas, prima di finire nel campo di addestramento di Dorsoduro, era un piccolo cacciatore di frodo in erba, o che Cicciobombo cannoniere con tre buchi nel sedere era figlio di un macellaio (il che spiegherebbe anche la sua pinguedine, tra le altre cose). Vedremo. Intanto, per spostare l'attenzione dall'esecrabile hobby di Ringo, viene tratteggiato ulteriormente il rapporto tra il burbero biondino e la giovane Sam: speriamo che non si finisca con un altro matrimonio ignorante, come tra Jonas e Juno.

Ma il vero colpo di scena di questo numero 3 non è il fatto che il titolo ("Primo sangue") non sia in realtà riferito all'insorgere di un problema di freschezza intima di una delle protagoniste, ma sia relativo al magico mondo dei duelli: il vero colpo di scena a 'sto giro è la rivelazione che Rey, il regazzino ispano-asiatico del quale si perderanno poi le tracce, è in realtà uno stronzo fatto e finito. Cioè, dev'essergli successo qualcosa tra l'albo numero 2 e il numero 3, qualcuno insomma gliele deve aver fatte girare di brutto perchè di punto in bianco si scopre appunto non solo che a Rey sta sul cazzo Ringo, ma che pure il tipo è in generale un drugo malcagato. Il che spiegherebbe anche come mai il soggetto sembri non fare parte del gruppo di super-soldati chiamati Orfani: il ragazzo era malvagio e quindi è stato estromesso. Oddio, avrei preferito una motivazione più esotica, come "mangiato da Cicciobombo cannoniere" o scartato per insufficienza toracica.

Detto del torero Ringo e della malvagità di Rey, è tempo di tornare al conflitto con gli alieni cattivi (cattivi???): il numero si chiude con un bel cliffhanger, nel quale ovviamente il personaggio che diresti più abile in combattimento, più spietato e più...invincibile è proprio il primo ad avere la peggio durante un dogfight spaziale ed a schiantarsi con la propria navicella sull'ostile pianeta alieno. Una roba che a Chuck Norris non sarebbe mai successa, ma siccome stavolta preferisco evitare spoiler la chiudo qui, dico un'altra volta "Gigi Cavenago" sorridendo ebete, e - col sospetto che le sorprese non siano finite qui - rimando l'appuntamento al 16 gennaio 2014, quando in tutte le edicole uscirà il numero 4 di Orfani, intitolato "Spiriti nell'ombra".


Orfani #3, se qualcosa può andar male, lo farà.

19.12.13

Movimento dei Forconi: chi ci guadagna?

Il Movimento dei Forconi è prepotentemente salito alla ribalta della cronaca con la mobilitazione "Fermiamo l'Italia", durante la quale in tutto il Paese si sono svolte manifestazioni di vario genere, attraverso le quali si è dato voce al crescente malessere sociale generato dalla perdurante crisi economica. Non è mia intenzione mettere in discussione le ragioni della gente che è scesa in piazza, o le intenzioni delle persone che hanno spinto quella gente a scendere in piazza, ma la domanda sorge spontanea: alla fine, chi ci guadagna?

Mettetevi nei panni dell'elettore pigro, disinformato e disattento (una minima minoranza dell'elettorato italiano, ça va sans dire): quale percezione ha costui degli eventi di questi giorni? L'elettore pigro, disinformato e disattento sente dire che c'è un mucchio di gente che scende nelle piazze a protestare contro il governo Letta, che ci sono scontri con le forze dell'ordine e che pure i fascisti (...ah, quelli sono bravi a nascondersi, ma alla fine emerge sempre la loro vera natura!) fanno parte della partita. L'elettore pigro, disinformato e disattento sente anche dire che i leader di questa gente arrivano in piazza a bordo di una Jaguar (autogoal pazzesco, dal punto di vista dell'immagine, NdS), pensa all'automobile nel suo garage e sente che in tutto quel vociare qualcosa non quadra.

L'elettore pigro, disinformato e disattento pensa inoltre che prima, nelle piazze, c'erano i Grillini e che invece adesso ci sono i Forconi, solo che la faccenda sembra essere diventata un filo più radicale. Oddio, chi lo salverà? Chi salverà l'elettore pigro, disinformato e disattento dal governo delle tasse, servo della globalizzazione e delle banche? Chi lo salverà dalla violenza di piazza? Chi si ergerà a leader dei moderati che vogliono solo il bene dell'Italia e degli italiani? Insomma: alla fin fine, e senza tirare in ballo le sacrosante motivazioni della gente che è scesa nelle piazze e sulle strade, chi ci guadagna?

Chi ci guadagna?

13.12.13

Truffe Postepay: la lunga, lunghissima attesa per il rimborso

Alzi la mano chi, tra di voi, ha avuto la sventura di scegliere Postepay come propria carta prepagata e, dopo essere rimasto vittima di una truffa telematica, ha dovuto sfoggiare la pazienza di Giobbe prima di ricevere il dovuto rimborso.

Ricapitoliamo quanto accaduto ormai quasi un anno fa: il 17 gennaio 2013 denuncio ai carabinieri una truffa telematica (poca roba: un simpaticone ha acquistato una chiave per sbloccare il videogioco Dishonored a mie spese...spero che non gli sia piaciuto), ed invio a Poste Italiane la mia bella lettera di reclamo - non prima di aver dovuto allegramente sborsare altri 6 € per recuperare il denaro rimasto in giacenza sulla Postepay, che ovviamente avevo bloccato.

Il 31 maggio 2013, soltanto (...) 4 mesi dopo la mia denuncia, ricevo da Poste Italiane una bella lettera nella quale mi si informa che sono finalmente state attivate le procedure per il rimborso. Mi si informa anche che, come previsto dalle Condizioni Contrattuali della Carta Postepay, la custodia delle credenziali di utilizzo della carta è di mia esclusiva responsabilità e che "pertanto Poste Italiane si riserva, laddove dovessero emergere profili di dolo o colpa grave a Lei imputabili, di agire nelle sedi più opportune per il recupero delle somme rimborsate". Quali somme rimborsate?...

Ad oltre 5 mesi dalla lieta novella dell'attivazione delle misteriose procedure di rimborso, infatti, dei miei soldi non avevo visto neanche l'ombra, e pure di Poste Italiane a dir la verità si erano - come dire? - perse le tracce: a metà ottobre 2013 telefonavo dunque al numero 800.00.33.22 (BancoPosta risponde). L'operatore prima mi faceva notare che le (fantomatiche) procedure di rimborso non prevedevano un rimborso immediato della somma, e poi restava di stucco quando gli facevo notare che il mio reclamo risaliva a gennaio. Veniva dunque aperta una pratica, mi veniva fornito il numero di tale pratica ed assicurato che entro una settimana sarei stato contattato...

Credo non sia strettamente necessario sottolineare come, in realtà, la settimana successiva fossi stato nuovamente io a dover telefonare alle Poste Italiane, visto che nessuno si era preso la briga di richiamarmi. A fine ottobre 2013 sembra finalmente smuoversi qualcosa: mi telefona qualcuno da Poste Italiane, solo che siccome è di un altro ufficio rispetto a quello al quale avevo telefonato io (?) gli devo fornire nuovamente tutte le informazioni che avevo già fornito in precedenza. Poco male: mi viene assicurato che a breve sarei stato richiamato...

E così arriviamo ad oggi, 13 dicembre 2013: indeciso se attendere il 17 gennaio 2014 per festeggiare insieme a Poste Italiane il primo anniversario del mio reclamo e i primi 12 mesi di attesa per ricevere da Poste Italiane il rimborso, o telefonare immediatamente per chiedere che fine avessero fatto i miei soldi, opto per questa seconda opzione. Peccato che ne' il numero 800.00.33.22, ne' il numero 803.160 (Contact Center di Poste Italiane) sembrano funzionare: quantomeno il form per inviare una email funziona...ma alzi la mano chi, tra di voi, ha quasi esaurito la pazienza di Giobbe.

Continua, ve lo assicuro...

Chissà di quanta pubblicità negativa avranno bisogno le Poste Italiane prima di rimborsarmi?

11.12.13

Project Eternity cambia nome e diventa Pillars of Eternity

Aggiornamento ricco, ricchissimo quello pubblicato questa notte su Kickstarter per Project Eternity, il gioco di ruolo old-style in sviluppo presso Obsidian Entertainment e finanziato tramite le donazioni dei giocatori anziani dentro (ma anche fuori, in alcuni casi) alla disperata ricerca di un gioco di ruolo come quelli di una volta.

In primo luogo, Project Eternity cambia nome (nessuna sorpresa in merito) e diventa Pillars of Eternity: il nuovo logo (vedi sotto) è caruccio ma non mi fa impazzire. Ma Project Eternit...ehm, sorry: Pillars of Eternity mica l'ho finanziato per il bel logo. L'ho finanziato perchè sono un giocatore anziano dentro (ma soprattutto fuori), e dopo che qualche anno fa Bioware aveva detto di avere per le mani il successore di Baldur's Gate mi piacerebbe tanto trovare un gioco che lo fosse sul serio, e smettere di ridere.

Pillars of Eternity: il logo.

In secondo luogo, ed è notizia che i backers (ovvero coloro che, proprio tramite Kickstarter, avevano finanziato il progetto) attendevano con ansia, sul sito ufficiale del gioco è finalmente attiva la sezione - anche detta, pensa un po', Backer Portal - attraverso la quale indicare con precisione in quale modo si intenda suddividere la cifra offerta ad Obsidian. Purtroppo al momento sembrano esserci dei problemi con la procedura di login, perlomeno se siete tra quelli che in passato si erano già registrati sul sito, ma credo che entro breve sarà tutto risolto.

Manage your pledge. Now.
Infine, last but not least, con quest'ultimo ricco, ricchissimo aggiornamento pubblicato da Obsidian Entertainment su Kickstarter ecco arrivare fresco-fresco un nuovo trailer di Pillars of Eternity, che a pensarci bene e a voler essere tremendamente fiscali sarebbe il primo trailer di Pillars of Eternity, anzi il primo "gameplay teaser". Chiamiamolo semplicemente "video", godiamocelo e poi torniamocene mesti alle nostre tane, in attesa che Pillars of Eternity venga pubblicato e giunga (nel corso del 2014) a lenire le pene di noi videogiocatori anziani. Dentro e fuori.


8.12.13

The Witcher 3: Wild Hunt sarà anche bello da giocare?



Che The Witcher 3: Wild Hunt sarebbe stato bello, bellissimo da vedere l'avevamo capito già da un pezzo, e il trailer rilasciato nel corso dei VGX 2013 non ha fatto che confermare...che ci sbagliavamo: The Witcher 3: Wild Hunt sarà assolutamente fuori di testa, da vedere, sarà qualcosa che i giornalisti più illuminati - e avventati - non mancheranno di definire pomposamente come "next gen".

La realtà è che il terzo e conclusivo capitolo delle avventure videoludiche di Geralt di Rivia, il carismatico personaggio uscito dalla geniale penna dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski (pubblicato in Italia da Editrice Nord) è già ora tecnicamente impressionante, e non posso fare a meno di domandarmi con malcelato terrore di quale hardware avrò bisogno per far girare decentemente tutto quel ben di dio: città enormi, vallate sconfinate, illuminazione spettacolosa...roba che un redattore di schede prodotto non potrebbe resistere alla tentazione di parlare di adrenalina, stato dell'arte ed interi generi che vengono ridefiniti.

Passata la sbornia da nuovo trailer, a me una domanda resta...e non è relativa alla grafica del gioco: The Witcher 3: Wild Hunt sarà anche bello da giocare? CD Project Red stavolta ha messo sul piatto una scommessuola mica da ridere, ovvero calare il buon Geralt in un enorme mondo open world, una roba completamente diversa dai mondi "ad aree" visti nei primi due capitoli. Non posso togliermi dalla testa l'idea che soltanto dei geni a livello leonardesco potrebbero riuscire nell'impresa di salvaguardare, all'interno di un dispersivo mondo open world, quelli che secondo me sono i veri punti di forza della serie: una trama ottimamente costruita e personaggi caratterizzati fino al midollo.

Per dire, anche Bethesda - mica i figli del prete - non è che ci riesca benissimo nei suoi The Elder Scrolls. E di giochi spaccamascella da vedere ma pallosi da giocare (Crytek e Rise: Son of Rome anyone?...) ne abbiamo già fin troppi. Geralt ci stupirà un'ultima volta?

7.12.13

Grillo, i giornalisti cattivi e i leoni da tastiera

Succede, in democrazia, che un giornalista scriva cose che non piacciono. Quel che non dovrebbe succedere, in democrazia, è che un giornalista che ha scritto qualcosa che non ti piace venga prima esposto sulla rete al pubblico ludibrio e quindi travolto da una marea di insulti e minacce.

E' quello che è successo a Maria Novella Oppo, autrice della rubrica "Fronte del Video" ed involontaria protagonista della prima puntata dell'innovativa rubrica "Il giornalista del giorno" sul blog (che non linko, così agli occhi dei grillini sembro ancora più cattivo e magari nella lista di proscrizione ci finisco anche io!) di Beppe Grillo. In questa simpatica rubrica il comico genovese invita a sputtanare il giornalista del giorno al grido di "inserite i falsi articoli e le informazioni sul giornalista che li ha firmati".

Ora.

La questione non è se l'articolo della Oppo che ha scatenato la reazione di Grillo e dei grillini contenga falsità oppure sia semplicemente l'espressione dell'opinione della giornalista: il problema non è capire se quell'articolo sia espressione di cattivo giornalismo o di buon giornalismo, insomma, anche se la parte meno populista e più riflessiva dell'elettorato 5 Stelle vorrebbe farcelo credere, deviando l'attenzione dal vero problema. Il vero problema è la reazione popolare becera, agghiacciante e sconfortante alla quale abbiamo dovuto assistere.

La rete è stata travolta da una marea di leoni da tastiera a 5 Stelle che al grido di "sulla rete vale il liberi tutti" hanno vomitato ogni genere di nefandezza contro la giornalista, apostrofata nelle maniere più disparate ed alla quale è stata augurata e/o minacciata la morte con modalità una peggiore dell'altra. Ahinoi. Non più tardi di ieri scrivevo a proposito dei simboli che ci meritiamo, e dell'onda di protesta che sta cavalcando Grillo: a tal proposito inizio ad avvertire distintamente un odore pungente, un odore che si attacca al naso e non lo lascia più.

Un odore sempre più forte, come di qualcosa che si sta avvicinando. Come se una gigantesca, definitiva, apocalittica ondata di non so ancora bene cosa stesse per travolgere quel che resta della democrazia, quel che resta dell'Italia. Quel poco che resta.

E' già capitato, chiedere a Marco Tullio Cicerone.

6.12.13

I simboli che ci meritiamo

Ieri in Sudafrica moriva a 95 anni Nelson Mandela, un uomo che nel nome della lotta all'apartheid aveva passato in carcere 27 anni della sua vita, un uomo che una volta tornato libero aveva continuato a lottare per un Paese senza discriminazioni (chiunque altro al posto suo avrebbe ceduto alla tentazione della rivalsa, ne sono certo), un uomo pronto a morire per un ideale. Se è vero - ed è vero - che il popolo sudafricano ha perso un padre, è altrettanto vero che il mondo intero ha perso un simbolo.

Insomma, viene da riflettere su questa faccenda dei simboli: Mandela rappresenta ("rappresenta", non "rappresentava") la speranza del mondo, la certezza che esiste un sistema di valori davanti al quale tutta la dialettica o lo scetticismo dei quali sono capaci le persone devono arrendersi, e solo la stupidità persevera. Mandela è un simbolo per il futuro, la dimostrazione che l'essere umano in fondo ha qualcosa di positivo da offrire al pianeta, una storia sulla quale riflettere e sulla quale far riflettere le prossime generazioni, quando ricapiterà - perchè ricapiterà - che qualcuno provi a sottomettere qualcun altro.

Anche noi italiani abbiamo i simboli che ci meritiamo, a pensarci bene: Silvio Berlusconi, che come Mandela sostiene di lottare per la libertà...e per decenza non aggiungo altro; Beppe Grillo, che nell'infinita smania di cavalcare l'onda della protesta probabilmente non capirà mai cosa fare una volta che l'onda sarà giunta a riva; la Terra dei Fuochi, simbolo di una Nazione che avvelena sé stessa e se ne fotte finchè - per colpa di quei veleni - non inizia a morire; i sindaci anti-mafia che vengono arrestati per mafia; i politici senza vergogna che commettono ogni sorta di nefandezze e non solo restano ai propri posti, ma ottengono addirittura nuove poltrone; gli imprenditori disonesti che passano da un fallimento all'altro e riescono ad arricchirsi, mentre i poveri diavoli non arrivano a fine mese...e potrei proseguire, se non avessi il voltastomaco.

Ieri in Sudafrica moriva un simbolo, qui in Italia sono vent'anni che muore il futuro e noi ce ne fottiamo allegramente.

Simbolo della speranza del mondo.
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