16.3.06

Dietro le maschere

Illuminazione postuma.
L'attore violenta il pubblico, simulando la realtà e piegando le sensazioni ai propri bisogni. Il palco è la sua conchiglia, il suo spazio libero nel quale giocare alla vita.
Le maschere però non fanno parte del corpo dell'attore, o di quello dell'uomo; sono fatte per essere indossate, usate e gettate. Mi stupisco di non essermene accorto prima: possiamo fingere di essere mille persone differenti, possiamo nasconderci dietro un'infinità di parodie, ma alla fine qualcosa di tangibile resta.

Tolta la maschera, resta l'amore per una donna.

Restano i momenti belli passati con gli amici.

Resta l'invidia per la facilità della vita altrui.

Resta il disprezzo per quelli che hanno tradito.

Resta l'indifferenza per coloro che non si meritano nient'altro.


...Sempavor, dannato uomo-che-ride, restano i sentimenti. I sentimenti. Quelli non li puoi dominare, non li puoi piegare ai tuoi bisogni, non li puoi mettere da parte e tirare avanti come se nulla fosse, perchè sono loro a dominare te, e non il contrario. E' inevitabile arrendersi al loro piacevole esistere.

Forse tu proprio non potevi capirlo, Sempavor.
Tolta la maschera, intorno a te resteranno alcune persone che, guardandoti negli occhi, ti guarderanno nell'anima. E tu non potrai farci nulla...

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