Sempavor aveva il dono di immaginare.
All'improvviso, senza alcun preavviso, fuggiva dalla realtà e cominciava a navigare nei suoi pensieri, immaginando e sognando. A volte, però, quando una realtà particolarmente inaspettata lo richiamava all'ordine, si risvegliava di colpo e rimaneva allibito come una scimmia, indeciso se quel che era successo fosse realtà, o la solita rifritta finzione.
Restava con il dubbio.
Restava con gli occhi sbarrati, e la voce strozzata.
Spiazzato.
Come Antonioli, su un calcio di rigore.
25.3.06
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