7.11.08

Barack Obama e i videogiochi


Come tutti voi saprete (e se non lo sapete, sappiatelo), il candidato democratico Barack Obama ha vinto le elezioni presidenziali USA, e sarà pertanto il 44° presidente degli Stati Uniti d'America.

Nell'ambito di una campagna elettorale senza precedenti, il team elettorale del buon Barack aveva dirottato parte dei fondi disponibili in una operazione che, francamente, deve far riflettere tutti gli appassionati di videogiochi: cartelloni elettorali del candidato democratico sono infatti apparsi sulle strade di Paradise City, scenario delle scorribande di Burnout Paradise, gioco di guida che ha riscosso parecchi consensi tra gli appassionati.

Questo però non è stato l'unico excursus di Obama nel virtuale mondo videoludico: i giocatori di Mercenaries 2: World in Flames hanno infatti avuto la possibilità di scaricare, come contenuto aggiuntivo, proprio il personaggio di Barack Obama (oltre a quello di Sarah Palin, vice dello sconfitto, il repubblicano McCain).

Non sappiamo in che percentuale i videogiochi abbiano contribuito alla vittoria finale di Obama, ma quel che si evince da questi e da altri "dettagli" è che il presidente eletto sembra nutrire una certa attenzione per il videoludo: dapprima infatti Obama ha sostenuto l'importanza di studiare l'impatto, a livello cognitivo, che i "nuovi media" hanno sullo sviluppo delle giovani generazioni (e questo significa fondi federali assicurati per sostenere queste ricerche), e successivamente ha dichiarato di voler mettere a punto un sistema preciso che sia in grado di fornire ai genitori un supporto per la scelta dei videogiochi da far giocare ai figli.

Una sorta di PEGI potenziato, diremmo noi: Stato e case produttrici, nelle intenzioni di Obama, dovrebbero collaborare per riuscire nell'impresa di aiutare i genitori (ma anche i nonni, va la') a comprendere il fenomeno "videogioco", preservando i giovani da contatti con quei prodotti pensati per un pubblico maturo. Obama chiede dunque collaborazione agli addetti ai lavori, ma è pronto (lui e la sua amministrazione) ad intervenire sulla questione anche in assenza di riscontro da parte di chi, i videogiochi, li produce.

Riconoscimento dell'importanza dell'impatto dei nuovi media nella moderna società, richiesta di collaborazione delle case produttrici di videogiochi, tentativo di dare informazioni utili e chiare a chi di videogiochi magari se ne intende poco: le premesse per realizzare finalmente un sistema che riesca a "veicolare" nello società generalista una corretta visione del fenomeno "videogioco" sembrano esserci tutte; la politica di Obama dovrebbe risultare sufficientemente matura per affrontare il problema, sempre più sentito presso l'opinione pubblica, della fruizione dei videogiochi da parte del pubblico giovane.
Ci auguriamo che le case produttrici sappiano rispondere con altrettanta maturità alle sollecitazioni di quello che sarà il 44° presidente degli Stati Uniti d'America.

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