27.3.15

Pillars of Eternity: e venne il giorno

E venne il giorno: ieri, 26 marzo 2015, ad oltre due anni di distanza da quell'ottobre 2012 che vide la trionfale chiusura della campagna di raccolta fondi su Kickstarter e a 15 anni dall'uscita di Baldur's Gate 2, Pillars of Eternity è finalmente arrivato sul mercato. Non bastano sicuramente le ore passate sulla versione beta, o quelle (ancora poche, ovviamente) spese nel gioco vero e proprio per dare un giudizio ragionato sul prodotto, ma la sensazione è che Obsidian Entertainment e Paradox Interactive siano riuscite nell'impresa di realizzare per davvero un gioco di ruolo come non se ne vedevano da anni.


Non è roba da nulla: dal 2000 ad oggi sono stati parecchi, forse troppi, coloro che han provato a compiere l'impresa di inserirsi nel filone dei capolavori realizzati con l'Infinity Engine, ma vuoi per oggettivi limiti di talento, vuoi per un mercato sempre più affamato di 3D ed all'apparenza sempre meno pronto a digerire giochi basati su una montagna di calcoli e statistiche, nessuno ci era davvero riuscito. Dici: allora oggi è il momento di celebrare Pillars of Eternity e Obsidian Entertainment? Anche. Perchè oggi - sarà che sono livoroso per natura - è soprattutto il momento di sottolineare gli errori altrui.


Come non ricordare, oggi che siamo finalmente immersi nel mondo di Eora, una certa software house ed un certo publisher che nemmeno troppi anni fa avevano proposto al mercato un nuovo brand che avrebbe dovuto - nelle intenzioni... - essere il vero e proprio erede spirituale di Baldur's Gate & soci? Dopo un primo capitolo tutto sommato onesto, siamo passati da un secondo episodio completamente diverso per gameplay dal precedente, e da un terzo (recentemente pubblicato) tanto bello ed ipertrofico quanto pericolosamente simile per meccaniche e contenuti ad un gioco di ruolo online di massa. Coitus interruptus.


Come non ricordare, oggi che possiamo leggere nella nostra lingua madre (l'italiano) i numerosi libri sparsi per il mondo di gioco di PoE, chi invece pur seguendo la stessa strada percorsa da Obsidian (leggi: campagna su Kickstarter) nel tentativo di proporre ai giocatori un prodotto simile, aveva scelto di ignorare gli italiani e di non localizzare il gioco nella nostra lingua, salvo poi accorgersi del mercato nostrano quando un manipolo di eroici volenterosi decidevano di intraprendere un mastodontico progetto di localizzazione amatoriale? Non solo: una volta dato i crismi dell'ufficialità al lavoro svolto gratuitamente dagli appassionati, andava a pubblicare la patch di localizzazione in italiano giusto la settimana prima dell'uscita di PoE. Per la serie: fuori tempo massimo...ed al momento sbagliato. Sarà per la prossima volta.


Come non ricordare infine chi, giusto pochi giorni prima del fatidico 26 marzo 2015, data di uscita di un prodotto davvero complesso, mastodontico, onesto e sincero sotto tutti i punti di vista come PoE, ti va a buttare sul mercato un bel DLC da 14,90 €? Dici: eh, ma questi son gli stessi di prima, quelli del coitus interruptus...allora ce l'hai con loro! Può essere, ma io sono dell'idea che se un cantante (è un esempio a caso) è "bravino ma niente di più" la sua mediocrità viene accentuata se, appena dopo di lui, sale sul palco ad esibirsi un novello Freddie Mercury. Se poi il novello Freddie ha pure un cachet inferiore...allora ciao. Un male moderno.

E venne il giorno, dunque. Peccato solo che le orecchie fischieranno a pochi: succede, quando sei sordo.

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