11.9.13

L'11 settembre e il triste destino degli USA

L'11 settembre 2001, improvvisamente, tutti (o quasi) ci sentivamo un po' americani: gli attentati alle Torri Gemelle scuotevano il mondo, e lo scuotevano tanto forte che dopo tanto tempo ognuno di noi ancora si ricorda esattamente dove fosse e costa stesse facendo in quell'istante che ha cambiato la storia. Oggi, a distanza di 12 anni, con gli USA strattonati per la collottola verso l'intervento militare in Siria, la situazione è diversa.

Mentre mezzo mondo è indignato per l'utilizzo da parte delle autorità siriane di armi chimiche e si chiede cosa fare per evitare il ripetersi di nefandezze simili, l'altro mezzo mondo - al solito - chiude gli occhi, si volta dall'altra parte e preferisce puntare il dito contro gli americani, colpevoli una volta di più di voler imporre la propria politica anche con la forza (non l'avessero fatto anche qui in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale ora faremmo tutti il passo dell'oca). Gli americani dunque sarebbero il cancro del mondo, i "cattivi" disposti a tutto pur di difendere i propri interessi, i guerrafondai pronti a bombardare i siriani per evitare che i siriani uccidano altri siriani (non fa una grinza).

Che tristezza: se intervieni, sei uno stronzo figlio di puttana; se non intervieni, sei un egoista che se ne sta con le mani in mano perchè intervenendo non avresti nulla da guadagnare (tipicamente, il petrolio). In tutto questo, a tanta - troppa - gente sembra fottere sega dei civili siriani ammazzati con le armi chimiche, come sembra fottere sega del fatto che le autorità siriane, una volta ritrovatesi con il pepe al culo, abbiano finito per ammettere il possesso di armi chimiche. Perchè stupirsi, dopo tutto? Anche l'11 settembre 2001, improvvisamente, c'era tante gente che festeggiava.

Senza vergogna.

We're not afraid.

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