Il
mmorpg "Second Life" non finisce mai di stupire.
Dopo tribune elettorali, corsi universitari, colloqui di lavoro, concerti di cantanti famosi, ecco la vicenda di una ragazza che giocando 5 ore al giorno riesce a guadagnare, ogni mese, la cifretta di 600€.
Come?
Semplice: prostituendosi.
Eh?! Un
videogioco nel quale è possibile guadagnare soldi reali dedicandosi al...
meretricio???
Ma come funziona? Esattamente come nella realtà: se in Second Life cerchi sesso mercenario, puoi entrare in un bel club privè, guardarti in giro, scegliere la prostituta che ti garba di più, offrirle qualcosa da bere...eccetera, eccetera.
In Second Life il cliente paga la prestazione in moneta locale (i
Linden), che possono poi essere convertiti in dollari reali (260-280 Linden equivalgono ad 1 dollaro). Una volta conclusa la transazione (il pagamento è rigorosamente anticipato), prostituta e cliente si trasferiscono con un clic di mouse nell'alcova virtuale dove si consumerà l'altrettanto virtuale rapporto sessuale.
Domandina: ma un videogioco che conceda ai propri utenti una libertà di questo tipo, resta ancora un videogioco?
Senza voler scadere nel volgare, mi verrebbe da dire che chi va con una prostituta, reale o virtuale che sia, alla fin della tenzone oltre alle tasche si svuota anche
qualcosa d'altro.
Ed è proprio per svutarsi quel
qualcosa d'altro che il tipo è andato nel localino, ha rimorchiato l'avatar di un'altra persona...eccetera, eccetera, eccetera.
Ecco: quando in un videogioco due persone si relazionano tramite avatar virtuali e chat in-game, con lo scopo da una parte di guadagnare del denaro, e dall'altra di svuotarsi quel
qualcosa d'altro, quel videogioco cessa di essere un videogioco.
E diventa un telefono erotico.
ndS: non è mia intenzione giudicare. Ma chiamiamo le cose col loro nome, basta imprecisione. suvvia.