31.12.13

Il 2013 che finisce dimostra che Charles Darwin aveva torto

Charles Darwin aveva torto: il 2013 che finisce lo dimostra inequivocabilmente.

A guardare quanto accaduto nel corso dell'ultimo anno, infatti, non appare plausibile la teoria secondo la quale l'evoluzione delle specie sarebbe determinata da una selezione naturale di quegli individui che presentino caratteristiche ottimali per la sopravvivenza. Insomma, il mondo a me non sembra mica popolato da esseri baciati in fronte da Madre Natura, tutt'altro: non sono però le piccolezze dei grandi uomini a balzare all'occhio, perchè ormai a brutture simili siamo fin troppo abituati (...bell'evoluzione, l'assuefazione); sono le piccolezze dei piccoli uomini, degli uomini che purtroppo incontriamo tutti i giorni, a salire tristemente alla ribalta.

Sono le piccolezze di quegli anziani incarogniti che nel corso della loro lunga vita incredibilmente non hanno capito un beneamato cazzo del mondo, eppure sono convinti di essere gli unici a sapere da che parte gira il fumo; sono le piccolezze di quelle persone spavalde che, una volta salite su un'automobile, si convincono di essere le uniche padrone della strada; sono le piccolezze dei rissosi senza vergogna che, di fronte a qualcuno che la pensa diversamente da loro, credono che l'unica opzione di dialogo consista nell'insulto e nella minaccia di morte; sono le piccolezze di un intero Paese che affonda fottendosene di affondare, che va in pezzi e si preoccupa di arraffare i cocci, che ruba estorce inquina muore fallisce e finge di non accorgersene.

Gli ottimisti guardano al 2013 che finisce, ed ancora blaterano di evoluzione: beati loro. Buon 2014 a tutti, magari quest'anno arriva davvero un meteorite e sistema tutto alla faccia di Darwin, degli anziani, degli automobilisti, dei leoni da tastiera e dell'Italietta. Soprattutto dell'Italietta.

Buon 2014, umanità.

28.12.13

Telecom Italia: perchè basta

L'unica - parziale - consolazione delle mie disavventure con Telecom Italia è che, a spulciare la rete, è possibile imbattersi in una marea di infelici che hanno avuto la propria personalissima disavventura con l'azienda di telecomunicazioni: come si dice, mal comune...

Mal comune...mal comune: "mezzo gaudio" un cazzo, quando c'è di mezzo un cliente che paga per avere un servizio che definire discutibile è riduttivo. Ad ottobre, improvvisamente, il mio router D-Link inizia a litigare con l'internet gentilmente fornito da Telecom Italia: memore di precedenti e sonori incavolamenti, decidevo di testarlo altrove prima di contattare il 187 che, quando c'è un problema, ti risponde sempre che c'è qualcosa di rotto a casa tua: il pc, la presa, il cordless...e pertanto contattavo la solerte assistenza di Telecom Italia solo dopo avere accertato che - pensa un po' - il mio router altrove funzionava alla grande. Anche su altre linee Telecom Italia, incredibile.

Ovviamente il 187 non era di questo avviso: il mio router è rotto, mi dicono, ed a nulla valgono le mie obiezioni a proposito del fatto che invece, per esempio su un'altra linea Telecom Italia, il router funziona alla grande. Mi arriva in casa anche un tecnico, constata che tutte le impostazione del mio router sono corrette, attacca alla mia rete un router Telecom Italia e, prima di andarsene, sentenzia che il mio router è rotto e che dovrei acquistare un router Telecom Italia, perchè quello funziona (...ah). Mi rivolgo anche all'assistenza tecnica telefonica, la quale mi informa più e più volte del fatto che, qualora si scoprisse che il "difetto" è mio e non di Telecom Italia, mi verrà addebitato il costo dell'assistenza. Tutto pur di capire quale sia il problema ed usufruire degnamente del servizio per il quale pago un abbonamento.

Ovviamente anche in questo caso la risposta non cambia, "noi facciamo ulteriori verifiche, lei provi a navigare e poi ci risentiamo per chiudere la pratica, in un modo o nell'altro": mai più risentiti. Alla fine mi arrendo, e - stolto! - scelgo quella che all'epoca mi sembrava la via più semplice e rapida: andare in un negozio TIM e comprare un router Telecom Italia. Spendo 99 €, compro un coso Ultra Internet con il quale, mi dico, finalmente risolverò i miei misteriosi problemi di navigazione. Peccato che, nemmeno dopo due mesi, il router Telecom Italia smetta di dialogare con il mio PC: morto, kaputt, defunto. E a nulla valgono le mie obiezioni con il 187, perchè secondo loro si è rotto il mio PC (...noooo? Davvero?), anche se qualsiasi altra cosa io attacchi alla scheda di rete dialoga come una scheggia con la macchina.

Per fortuna conosco un amico che si occupa di assistenza PC, e gratuitamente mi viene fornita la conferma di quello che già sapevo: è il router Ultra Internet di Telecom Italia da 99 € ad essersi rotto, e dopo nemmeno due mesi dall'acquisto. Tronfio lo riporto al negozio TIM, e la mia tronfiaggine viene prontamente invitata a sgonfiarsi: è vero che il prodotto è in garanzia, ma per averne uno in sostituzione è necessario attendere 15 giorni e - che sfiga! - purtroppo in negozio non ne hanno nemmeno uno da noleggiarmi (eh? Dopo due mesi un router da 99 € che ho comprato per disperazione si è rotto, ed io dovrei pure noleggiarvi un router per usufruire di un servizio per il quale già vi pago profumatamente?!).

Dicevo: 15 giorni di attesa per riavere un router funzionante (si spera più a lungo del predecessore). Ad oggi ne sono passati 18, di giorni, e mentre io restavo speranzoso in attesa di buone nuove che non sono mai arrivate, da Telecom Italia mi giungono invece cattive notizie. Sotto forma di fattura. Nello specifico un importo di 29,95 € di "Contributo assistenza telefonica hardware/software". Tempismo perfetto, mi dico: non solo ad oggi Telecom Italia non ha saputo spiegarmi quale diavolo sia il problema sulla linea che mi impedisce di utilizzare un  router terze parti tuttora funzionante altrove; non solo il router Telecom Italia da 99 € che avevo comprato ha tirato le cuoia dopo neanche due mesi; non solo dopo 18 giorni nessuno dell'assistenza si è fatto vivo per darmi notizie...ma ecco arrivare 29,95 € da devolvere a Telecom Italia.

La mia rabbia parzialmente si placa quando, al 187, mi spiegano che - nell'era di internet... - per fare un reclamo non posso utilizzare l'email ma devo...mandare un fax: cazzo, mi sa che anche loro usano i loro router, poveretti. E' decisamente tempo di cambiare operatore, fare ciaociao con la manina a questi signori e magari convincere qualche conoscente che sta mettendo su casa a guardare altrove, per telefono ed internet. Telecom Italia, perchè basta.

Telecom Italia: perchè basta.

25.12.13

Buon Natale un cazzo

...Buon Natale? Buon Natale un cazzo.

Buon Natale un cazzo a chi si è meritato la mia indifferenza, ma non a Natale: a Natale si merita un bel vaffanculo; dividetevelo da buoni pezzi di merda.

Buon Natale un cazzo ai bugiardi: credetemi, non esiste nessuno che lo meriti più di voialtri.

Buon Natale un cazzo a chi, anche in questo santo giorno, guida come se per strada fosse l'unico figlio di puttana che ha bisogno di andare dal punto x al punto y, a chi evidentemente ha dimenticato tutto quello che gli era stato insegnato a scuola guida, a chi non mette una freccia nemmeno sotto tortura, a chi ti tallona in autostrada neanche se volesse prenderti la scia, insomma buon Natale un cazzo alla maggior parte degli automobilisti italiani.

Buon Natale un cazzo al Paese paradossale che è diventata l'Italia. Amen.

Buon Natale un cazzo all'intera classe politica italiana, nessuno escluso: da chi ha scelto di affondare insieme al "papi" a chi ha preso una valanga di voti per poi fare semplicemente il bimbetto maleducato, da chi fa pagare la crisi sempre ai soliti stronzi a chi cerca di restare a galla facendosi soltanto i cazzi suoi.

Buon Natale un cazzo a chi oggi è andato a Messa pensando di andare ad un a sfilata di alta moda.

Buon Natale un cazzo a chi, imperterrito, continua a provarci e a chi, con le fette di salame rigorosamente nostrano sugli occhi, continua a crederci e a pretendere che anche gli altri ci credano, ancora e ancora e ancora, anno dopo anno.

Buon Natale un cazzo a chi crede che siano i clienti a dover correre da lui, e non lui a dover (rin)correre i clienti: insomma, buon Natale un cazzo, Telecom Italia.

Buon Natale un cazzo a chi viene in Italia e pretende che si sia noialtri a doversi integrare a lui ed alle sue usanze, e non il contrario; buon Natale un cazzo anche a chi, in questo augurio, ci vede qualcosa di razzista.

Buon Natale un cazzo a chi al Natale, a Gesù Cristo e a tutto il resto della compagnia proprio non ci crede, ma invece di bearsi privatamente della propria illuminazione (non è difficile, credetemi: parlo per esperienza personale) pretende di imporre il suo ateismo a tutto il resto della società.

Buon Natale un cazzo, insomma. E non si offenda chi dovessi aver dimenticato.

Buon Natale un cazzo.

21.12.13

Il Battesimo del Fuoco di Andrzej Sapkowski in libreria da gennaio 2014

Continuano - anche in italiano, grazie a Editrice Nord - le avventure del witcher Geralt di Rivia, protagonista della saga fantasy che è arrivata dalla Polonia a miracol mostrare: Il Battesimo del Fuoco di Andrzej Sapkowski arriverà infatti in libreria a gennaio 2014. Per chi non potesse attendere gennaio, a questo indirizzo è disponibile un pregevole estratto (raggiungibile anche cliccando sulla copertina del libro, qui sotto) in anteprima. Personalmente non voglio farmi del male, ed eviterò di sbirciare: la sofferenza dell'attesa sarebbe troppo forte, poi.

http://issuu.com/illibraio/docs/il_battesimo_del_fuoco_promo_low?e=1141365/5183072
Il Battesimo del Fuoco, un estratto in anteprima.

20.12.13

Orfani #3, Gigi Cavenago e le cose fiche

Gigi Cavenago. Ribadisco per l'ennesima volta la mia iNIoranza nel campo dei fumetti, ammetto che non conoscevo questo disegnatore e mi lascio andare ad un'esclamazione di gioia affermando che era da tempo che non trovavo un disegnatore che mi facesse dire: "ehi, fico". E se vi pare poco potete andare a blaterare di arte, di brossura o di novel graphic da un'altra parte...altrimenti correte in edicola e comprate il terzo albo di Orfani (la serie Sergio Bonelli Editore tutta a colori) perchè - pensa te - è disegnato proprio dal buon Cavenago. Ed è intitolato "Primo sangue".

Pure i colori di Arianna Florean non sono niente male, con una foresta primordiale che viene sontuosamente evocata nella seconda parte della storia...ah già, la storia. Le avventure di Cicciobombo cannoniere con tre buchi nel sedere e dei suoi compagni comprimari continuano, esattamente dove li avevamo lasciati nel numero 2: gli alieni cattivi (cattivi???) hanno attaccato la flotta terrestre in orbita intorno al pianeta dal quale si suppone sia giunto l'attacco tachionico che, anni prima, aveva polverizzato gran parte del pianeta Terra, e indovinate chi chiameranno gli umani per fare il culo agli alieni cattivi (cattivi???)? I Ghostbusters? No: gli Orfani, i super-soldati addestrati a fare cadaveri, e mica arte. Ma prima uno sconvolgente flashback.

Roberto Recchioni, dopo aver headshottato un povero coniglietto indifeso nell'albo precedente, continua indomito a sfidare la sorte e ci svela che il ragazzino che sembra cattivo ma che in realtà ha il cuore tenero - Ringo - prima del disastro era nientepopodimeno che...un torero. Sta a vedere che nei prossimi numeri salta fuori che Jonas, prima di finire nel campo di addestramento di Dorsoduro, era un piccolo cacciatore di frodo in erba, o che Cicciobombo cannoniere con tre buchi nel sedere era figlio di un macellaio (il che spiegherebbe anche la sua pinguedine, tra le altre cose). Vedremo. Intanto, per spostare l'attenzione dall'esecrabile hobby di Ringo, viene tratteggiato ulteriormente il rapporto tra il burbero biondino e la giovane Sam: speriamo che non si finisca con un altro matrimonio ignorante, come tra Jonas e Juno.

Ma il vero colpo di scena di questo numero 3 non è il fatto che il titolo ("Primo sangue") non sia in realtà riferito all'insorgere di un problema di freschezza intima di una delle protagoniste, ma sia relativo al magico mondo dei duelli: il vero colpo di scena a 'sto giro è la rivelazione che Rey, il regazzino ispano-asiatico del quale si perderanno poi le tracce, è in realtà uno stronzo fatto e finito. Cioè, dev'essergli successo qualcosa tra l'albo numero 2 e il numero 3, qualcuno insomma gliele deve aver fatte girare di brutto perchè di punto in bianco si scopre appunto non solo che a Rey sta sul cazzo Ringo, ma che pure il tipo è in generale un drugo malcagato. Il che spiegherebbe anche come mai il soggetto sembri non fare parte del gruppo di super-soldati chiamati Orfani: il ragazzo era malvagio e quindi è stato estromesso. Oddio, avrei preferito una motivazione più esotica, come "mangiato da Cicciobombo cannoniere" o scartato per insufficienza toracica.

Detto del torero Ringo e della malvagità di Rey, è tempo di tornare al conflitto con gli alieni cattivi (cattivi???): il numero si chiude con un bel cliffhanger, nel quale ovviamente il personaggio che diresti più abile in combattimento, più spietato e più...invincibile è proprio il primo ad avere la peggio durante un dogfight spaziale ed a schiantarsi con la propria navicella sull'ostile pianeta alieno. Una roba che a Chuck Norris non sarebbe mai successa, ma siccome stavolta preferisco evitare spoiler la chiudo qui, dico un'altra volta "Gigi Cavenago" sorridendo ebete, e - col sospetto che le sorprese non siano finite qui - rimando l'appuntamento al 16 gennaio 2014, quando in tutte le edicole uscirà il numero 4 di Orfani, intitolato "Spiriti nell'ombra".


Orfani #3, se qualcosa può andar male, lo farà.

19.12.13

Movimento dei Forconi: chi ci guadagna?

Il Movimento dei Forconi è prepotentemente salito alla ribalta della cronaca con la mobilitazione "Fermiamo l'Italia", durante la quale in tutto il Paese si sono svolte manifestazioni di vario genere, attraverso le quali si è dato voce al crescente malessere sociale generato dalla perdurante crisi economica. Non è mia intenzione mettere in discussione le ragioni della gente che è scesa in piazza, o le intenzioni delle persone che hanno spinto quella gente a scendere in piazza, ma la domanda sorge spontanea: alla fine, chi ci guadagna?

Mettetevi nei panni dell'elettore pigro, disinformato e disattento (una minima minoranza dell'elettorato italiano, ça va sans dire): quale percezione ha costui degli eventi di questi giorni? L'elettore pigro, disinformato e disattento sente dire che c'è un mucchio di gente che scende nelle piazze a protestare contro il governo Letta, che ci sono scontri con le forze dell'ordine e che pure i fascisti (...ah, quelli sono bravi a nascondersi, ma alla fine emerge sempre la loro vera natura!) fanno parte della partita. L'elettore pigro, disinformato e disattento sente anche dire che i leader di questa gente arrivano in piazza a bordo di una Jaguar (autogoal pazzesco, dal punto di vista dell'immagine, NdS), pensa all'automobile nel suo garage e sente che in tutto quel vociare qualcosa non quadra.

L'elettore pigro, disinformato e disattento pensa inoltre che prima, nelle piazze, c'erano i Grillini e che invece adesso ci sono i Forconi, solo che la faccenda sembra essere diventata un filo più radicale. Oddio, chi lo salverà? Chi salverà l'elettore pigro, disinformato e disattento dal governo delle tasse, servo della globalizzazione e delle banche? Chi lo salverà dalla violenza di piazza? Chi si ergerà a leader dei moderati che vogliono solo il bene dell'Italia e degli italiani? Insomma: alla fin fine, e senza tirare in ballo le sacrosante motivazioni della gente che è scesa nelle piazze e sulle strade, chi ci guadagna?

Chi ci guadagna?

13.12.13

Truffe Postepay: la lunga, lunghissima attesa per il rimborso

Alzi la mano chi, tra di voi, ha avuto la sventura di scegliere Postepay come propria carta prepagata e, dopo essere rimasto vittima di una truffa telematica, ha dovuto sfoggiare la pazienza di Giobbe prima di ricevere il dovuto rimborso.

Ricapitoliamo quanto accaduto ormai quasi un anno fa: il 17 gennaio 2013 denuncio ai carabinieri una truffa telematica (poca roba: un simpaticone ha acquistato una chiave per sbloccare il videogioco Dishonored a mie spese...spero che non gli sia piaciuto), ed invio a Poste Italiane la mia bella lettera di reclamo - non prima di aver dovuto allegramente sborsare altri 6 € per recuperare il denaro rimasto in giacenza sulla Postepay, che ovviamente avevo bloccato.

Il 31 maggio 2013, soltanto (...) 4 mesi dopo la mia denuncia, ricevo da Poste Italiane una bella lettera nella quale mi si informa che sono finalmente state attivate le procedure per il rimborso. Mi si informa anche che, come previsto dalle Condizioni Contrattuali della Carta Postepay, la custodia delle credenziali di utilizzo della carta è di mia esclusiva responsabilità e che "pertanto Poste Italiane si riserva, laddove dovessero emergere profili di dolo o colpa grave a Lei imputabili, di agire nelle sedi più opportune per il recupero delle somme rimborsate". Quali somme rimborsate?...

Ad oltre 5 mesi dalla lieta novella dell'attivazione delle misteriose procedure di rimborso, infatti, dei miei soldi non avevo visto neanche l'ombra, e pure di Poste Italiane a dir la verità si erano - come dire? - perse le tracce: a metà ottobre 2013 telefonavo dunque al numero 800.00.33.22 (BancoPosta risponde). L'operatore prima mi faceva notare che le (fantomatiche) procedure di rimborso non prevedevano un rimborso immediato della somma, e poi restava di stucco quando gli facevo notare che il mio reclamo risaliva a gennaio. Veniva dunque aperta una pratica, mi veniva fornito il numero di tale pratica ed assicurato che entro una settimana sarei stato contattato...

Credo non sia strettamente necessario sottolineare come, in realtà, la settimana successiva fossi stato nuovamente io a dover telefonare alle Poste Italiane, visto che nessuno si era preso la briga di richiamarmi. A fine ottobre 2013 sembra finalmente smuoversi qualcosa: mi telefona qualcuno da Poste Italiane, solo che siccome è di un altro ufficio rispetto a quello al quale avevo telefonato io (?) gli devo fornire nuovamente tutte le informazioni che avevo già fornito in precedenza. Poco male: mi viene assicurato che a breve sarei stato richiamato...

E così arriviamo ad oggi, 13 dicembre 2013: indeciso se attendere il 17 gennaio 2014 per festeggiare insieme a Poste Italiane il primo anniversario del mio reclamo e i primi 12 mesi di attesa per ricevere da Poste Italiane il rimborso, o telefonare immediatamente per chiedere che fine avessero fatto i miei soldi, opto per questa seconda opzione. Peccato che ne' il numero 800.00.33.22, ne' il numero 803.160 (Contact Center di Poste Italiane) sembrano funzionare: quantomeno il form per inviare una email funziona...ma alzi la mano chi, tra di voi, ha quasi esaurito la pazienza di Giobbe.

Continua, ve lo assicuro...

Chissà di quanta pubblicità negativa avranno bisogno le Poste Italiane prima di rimborsarmi?

11.12.13

Project Eternity cambia nome e diventa Pillars of Eternity

Aggiornamento ricco, ricchissimo quello pubblicato questa notte su Kickstarter per Project Eternity, il gioco di ruolo old-style in sviluppo presso Obsidian Entertainment e finanziato tramite le donazioni dei giocatori anziani dentro (ma anche fuori, in alcuni casi) alla disperata ricerca di un gioco di ruolo come quelli di una volta.

In primo luogo, Project Eternity cambia nome (nessuna sorpresa in merito) e diventa Pillars of Eternity: il nuovo logo (vedi sotto) è caruccio ma non mi fa impazzire. Ma Project Eternit...ehm, sorry: Pillars of Eternity mica l'ho finanziato per il bel logo. L'ho finanziato perchè sono un giocatore anziano dentro (ma soprattutto fuori), e dopo che qualche anno fa Bioware aveva detto di avere per le mani il successore di Baldur's Gate mi piacerebbe tanto trovare un gioco che lo fosse sul serio, e smettere di ridere.

Pillars of Eternity: il logo.

In secondo luogo, ed è notizia che i backers (ovvero coloro che, proprio tramite Kickstarter, avevano finanziato il progetto) attendevano con ansia, sul sito ufficiale del gioco è finalmente attiva la sezione - anche detta, pensa un po', Backer Portal - attraverso la quale indicare con precisione in quale modo si intenda suddividere la cifra offerta ad Obsidian. Purtroppo al momento sembrano esserci dei problemi con la procedura di login, perlomeno se siete tra quelli che in passato si erano già registrati sul sito, ma credo che entro breve sarà tutto risolto.

Manage your pledge. Now.
Infine, last but not least, con quest'ultimo ricco, ricchissimo aggiornamento pubblicato da Obsidian Entertainment su Kickstarter ecco arrivare fresco-fresco un nuovo trailer di Pillars of Eternity, che a pensarci bene e a voler essere tremendamente fiscali sarebbe il primo trailer di Pillars of Eternity, anzi il primo "gameplay teaser". Chiamiamolo semplicemente "video", godiamocelo e poi torniamocene mesti alle nostre tane, in attesa che Pillars of Eternity venga pubblicato e giunga (nel corso del 2014) a lenire le pene di noi videogiocatori anziani. Dentro e fuori.


8.12.13

The Witcher 3: Wild Hunt sarà anche bello da giocare?



Che The Witcher 3: Wild Hunt sarebbe stato bello, bellissimo da vedere l'avevamo capito già da un pezzo, e il trailer rilasciato nel corso dei VGX 2013 non ha fatto che confermare...che ci sbagliavamo: The Witcher 3: Wild Hunt sarà assolutamente fuori di testa, da vedere, sarà qualcosa che i giornalisti più illuminati - e avventati - non mancheranno di definire pomposamente come "next gen".

La realtà è che il terzo e conclusivo capitolo delle avventure videoludiche di Geralt di Rivia, il carismatico personaggio uscito dalla geniale penna dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski (pubblicato in Italia da Editrice Nord) è già ora tecnicamente impressionante, e non posso fare a meno di domandarmi con malcelato terrore di quale hardware avrò bisogno per far girare decentemente tutto quel ben di dio: città enormi, vallate sconfinate, illuminazione spettacolosa...roba che un redattore di schede prodotto non potrebbe resistere alla tentazione di parlare di adrenalina, stato dell'arte ed interi generi che vengono ridefiniti.

Passata la sbornia da nuovo trailer, a me una domanda resta...e non è relativa alla grafica del gioco: The Witcher 3: Wild Hunt sarà anche bello da giocare? CD Project Red stavolta ha messo sul piatto una scommessuola mica da ridere, ovvero calare il buon Geralt in un enorme mondo open world, una roba completamente diversa dai mondi "ad aree" visti nei primi due capitoli. Non posso togliermi dalla testa l'idea che soltanto dei geni a livello leonardesco potrebbero riuscire nell'impresa di salvaguardare, all'interno di un dispersivo mondo open world, quelli che secondo me sono i veri punti di forza della serie: una trama ottimamente costruita e personaggi caratterizzati fino al midollo.

Per dire, anche Bethesda - mica i figli del prete - non è che ci riesca benissimo nei suoi The Elder Scrolls. E di giochi spaccamascella da vedere ma pallosi da giocare (Crytek e Rise: Son of Rome anyone?...) ne abbiamo già fin troppi. Geralt ci stupirà un'ultima volta?

7.12.13

Grillo, i giornalisti cattivi e i leoni da tastiera

Succede, in democrazia, che un giornalista scriva cose che non piacciono. Quel che non dovrebbe succedere, in democrazia, è che un giornalista che ha scritto qualcosa che non ti piace venga prima esposto sulla rete al pubblico ludibrio e quindi travolto da una marea di insulti e minacce.

E' quello che è successo a Maria Novella Oppo, autrice della rubrica "Fronte del Video" ed involontaria protagonista della prima puntata dell'innovativa rubrica "Il giornalista del giorno" sul blog (che non linko, così agli occhi dei grillini sembro ancora più cattivo e magari nella lista di proscrizione ci finisco anche io!) di Beppe Grillo. In questa simpatica rubrica il comico genovese invita a sputtanare il giornalista del giorno al grido di "inserite i falsi articoli e le informazioni sul giornalista che li ha firmati".

Ora.

La questione non è se l'articolo della Oppo che ha scatenato la reazione di Grillo e dei grillini contenga falsità oppure sia semplicemente l'espressione dell'opinione della giornalista: il problema non è capire se quell'articolo sia espressione di cattivo giornalismo o di buon giornalismo, insomma, anche se la parte meno populista e più riflessiva dell'elettorato 5 Stelle vorrebbe farcelo credere, deviando l'attenzione dal vero problema. Il vero problema è la reazione popolare becera, agghiacciante e sconfortante alla quale abbiamo dovuto assistere.

La rete è stata travolta da una marea di leoni da tastiera a 5 Stelle che al grido di "sulla rete vale il liberi tutti" hanno vomitato ogni genere di nefandezza contro la giornalista, apostrofata nelle maniere più disparate ed alla quale è stata augurata e/o minacciata la morte con modalità una peggiore dell'altra. Ahinoi. Non più tardi di ieri scrivevo a proposito dei simboli che ci meritiamo, e dell'onda di protesta che sta cavalcando Grillo: a tal proposito inizio ad avvertire distintamente un odore pungente, un odore che si attacca al naso e non lo lascia più.

Un odore sempre più forte, come di qualcosa che si sta avvicinando. Come se una gigantesca, definitiva, apocalittica ondata di non so ancora bene cosa stesse per travolgere quel che resta della democrazia, quel che resta dell'Italia. Quel poco che resta.

E' già capitato, chiedere a Marco Tullio Cicerone.

6.12.13

I simboli che ci meritiamo

Ieri in Sudafrica moriva a 95 anni Nelson Mandela, un uomo che nel nome della lotta all'apartheid aveva passato in carcere 27 anni della sua vita, un uomo che una volta tornato libero aveva continuato a lottare per un Paese senza discriminazioni (chiunque altro al posto suo avrebbe ceduto alla tentazione della rivalsa, ne sono certo), un uomo pronto a morire per un ideale. Se è vero - ed è vero - che il popolo sudafricano ha perso un padre, è altrettanto vero che il mondo intero ha perso un simbolo.

Insomma, viene da riflettere su questa faccenda dei simboli: Mandela rappresenta ("rappresenta", non "rappresentava") la speranza del mondo, la certezza che esiste un sistema di valori davanti al quale tutta la dialettica o lo scetticismo dei quali sono capaci le persone devono arrendersi, e solo la stupidità persevera. Mandela è un simbolo per il futuro, la dimostrazione che l'essere umano in fondo ha qualcosa di positivo da offrire al pianeta, una storia sulla quale riflettere e sulla quale far riflettere le prossime generazioni, quando ricapiterà - perchè ricapiterà - che qualcuno provi a sottomettere qualcun altro.

Anche noi italiani abbiamo i simboli che ci meritiamo, a pensarci bene: Silvio Berlusconi, che come Mandela sostiene di lottare per la libertà...e per decenza non aggiungo altro; Beppe Grillo, che nell'infinita smania di cavalcare l'onda della protesta probabilmente non capirà mai cosa fare una volta che l'onda sarà giunta a riva; la Terra dei Fuochi, simbolo di una Nazione che avvelena sé stessa e se ne fotte finchè - per colpa di quei veleni - non inizia a morire; i sindaci anti-mafia che vengono arrestati per mafia; i politici senza vergogna che commettono ogni sorta di nefandezze e non solo restano ai propri posti, ma ottengono addirittura nuove poltrone; gli imprenditori disonesti che passano da un fallimento all'altro e riescono ad arricchirsi, mentre i poveri diavoli non arrivano a fine mese...e potrei proseguire, se non avessi il voltastomaco.

Ieri in Sudafrica moriva un simbolo, qui in Italia sono vent'anni che muore il futuro e noi ce ne fottiamo allegramente.

Simbolo della speranza del mondo.

28.11.13

Mamme che razzolano male

A volte sei testimone di fatti che ti costringono a riflettere sulla decandenza profonda della società italiana. Tipo mamme che entrano contromano nel parcheggio della scuola, e poi dicono ai figli di non correre.

Mamme che razzolano male, insomma.

Mamme che razzolano male. Le peggiori.

27.11.13

Ivano Fossati - La decadenza


Ivano Fossati - La decadenza

Le recensioni di Steam renderanno il mondo un posto migliore?

Steam, la piattaforma di digital delivery di Valve il cui fine ultimo è notoriamente il dominio del pianeta, ha recentemente lanciato (in beta) un nuovo servizio che permette agli utenti di recensire i prodotti in vendita sullo store. E' la fine degli acquisti incauti e l'inizio di un mondo migliore?

Se hai comprato un gioco su Steam, se dunque tale gioco è compreso nella tua "libreria" e se - si presume! - questo gioco tu l'hai anche giocato (dettaglio...) puoi recensirlo indicando anche se ne consigli o meno l'acquisto; puoi inoltre decidere se rendere la tua recensione visibile a tutti, o soltanto agli amici. Di base questo sembra un ottimo metodo per mettersi al riparo dagli haters, personcine simpatiche che per hobby passano il tempo a spalare fango (quando va bene...) contro questo o quel prodotto, ma non sarei comunque pronto a mettere la mano sul fuoco circa l'attendibilità del 100% delle recensioni che verranno vomitate su Steam dagli utenti.

Certo, c'è anche la possibilità di giudicare utile o non utile una determinata recensione, e di conseguenza di mettere in buona o cattiva luce il relativo recensore, ma il rischio di ritrovarsi immersi fino alla gola in un enorme calderone di recensioni scritte da cani, porci e stinkipporcu (cit.) è palpabile come le poppe di una meretrice. Dopotutto questo è un mezzo che Steam mette a disposizione di tutti, e per quanto sia possibile controllarne l'utilizzo sotto i più svariati punti di vista non sarà comunque possibile mantenere degli standard qualitativi elevati. Se cercavamo l'inizio di un mondo migliore forse è meglio guardare altrove. O mettersi comodi.

Perchè questa trovata delle recensioni - più che un tentativo di offrire al cliente un servizio utile ad investire con cognizione di causa il proprio denaro - ha il retrogusto dell'ennesimo passo nella direzione di rendere Steam sempre più amichevole ed ammiccante per il pubblico, e non mi stupirei se il prossimo passo fosse il lancio di una sorta di Facebook interno alla piattaforma: in fondo più tempo riesci a trattenere il cliente sulla tua piattaforma, più tempo hai a disposizione per convincerlo a comprare qualcosa. Niente di male, s'intende, ma se Gabe Newell pensasse più ad Half-Life Episode 3 e meno all'appeal di Steam il mondo si che sarebbe un posto migliore.

Steam come Metacritic? Interessa a qualcuno?

26.11.13

Orfani #2, conigli e pelli sensibili

Il numero 2 di Orfani, la nuova serie a fumetti mensile di Sergio Bonelli Editore a cura di Franco Busatta, Emiliano Mammuccari e Roberto Recchioni, è intitolato "Non per odio ma per amore" ed è disegnato da Alessandro Bignamini; last but not least, è tutto a colori. Visto che ormai si trova nelle edicole nostrane da tempo, credo sia giunto il fatidico momento di elaborare un parere iNIorante: a bocce ferme, piano piano, come piace a me.

Preambolo: alcuni giorni fa il buon Recchioni, dalle pagine di Facebook, ha postato il messaggio ricevuto da un lettore che si lamentava della presenza nel fumetto di una scena nella quale un coniglio restava vittima di un headshot; cosa ancora più grave, il personaggio responsabile del suddetto headshot non sarebbe poi stato ritratto in compagnia degli altri orfani, intenti a banchettare con la bestiolina uccisa, lasciando intendere che l'animale fosse stato ucciso "non per fini alimentari ma di puro divertimento goliardico" (cit.).  Curioso come, in un fumetto nel quale i protagonisti siano dei bambini che vengono brutalmente addestrati per diventare super-soldati ammazza-alieni il cui motto è "noi non facciamo arte, noi facciamo cadaveri", qualcuno si senta in dovere di protestare per un coniglio headshottato. Ah, le pelli sensibili...

La vicenda del coniglio, peraltro, porta seco non sola la rivelazione che i conigli arrosto sono buoni, ma anche la rivelazione che l'Eremita, il cecchino del gruppo, altri non sia che mister cicciobombo cannoniere con tre buchi nel sedere, al secolo Felix, che proprio nella vignetta incriminata scopre quale possa essere la sua utilità all'interno del gruppo, a parte spazzolare i resti dei pasti dei compagni prima che arrivino le formiche; insomma, ero convinto che dietro la maschera / casco del cecchino si celasse l'ispano asiatico, ma mi sbagliavo...e a questo punto non posso evitare di chiedermi che fine avrà mai fatto il simpatico bimbo inutile: cecchinato senza pietà giusto un istante prima che potesse famelicamente avventarsi sull'unica ciambella rimasta per colazione???

Il numero #2 scorre con un colpo di scena via l'altro: continua infatti la battaglia senza quartiere sul pianeta alieno dal quale pare sia partito il raggio di energia superfotonicasupahdupah che ha devastato il pianeta Terra, tra misteriose città aliene sorte dal nulla (nelle quali compare anche una riproduzione della Sagrada Familia di Barcellona, il mistero si infittisce) e scene di limonamento duro tra Boyscout ed Angelo, ovvero tra il regazzino che fin sa subito capivi fosse figo e la sorella del bambino scemo (quello che Recchioni ci ostina a volerci far credere morto nello scontro con l'orso, nel numero #1), e qui ci avevo visto giusto (bonci bonci bom bom bom, ti piace vincere facile?).

Quello che non mi aspettavo è la consumazione rapida, ovvero che tra i due bellocci l'amore trionfasse così rapidamente da non concedere al lettore nemmeno il tempo di digerire il limonamento duro: colpo di scena, e ti ritrovi infatti coi due infoiati sull'altare, pronti a contrarre matrimonio per la gioia degli altri orfani (tutti tranne il Pistolero, che - anche qui mi piace vincere facile - evidentemente è da sempre cotto brasato della moretta che invece, giustamente, si è appunto sempre filata solo il figo del gruppo). Ecco però che proprio nel momento in cui i denti iniziavano a cariarsi da soli sopraggiunge fortunosamente l'offensiva aliena, ed il numero si chiude con la bella Angelo che dimostra di essere più interessata alla battaglia che alla consumazione del matrimonio: stai a vedere che alla fine salta fuori che Boyscout - il super-fico, il simpaticone del gruppo, l'eroe senza macchia e senza paura - è mini-dotato.

Forse a questo mondo c'è una giustizia (ma non per i conigli). Appuntamento in edicola il 17 dicembre con il numero #3, intitolato "Primo sangue".

Orfani #2. Ocio al coniglio.

24.11.13

I nuovi idoli dei giovani d'oggi

Nell'attuale contingenza politica, economica, e sociale mi giungono gli scandalizzati lamenti di bigotti che si stupiscono e s'infervorano pensando a quali siano i nuovi idoli dei giovani d'oggi, troppo spesso pizzicati da telecamere indiscrete nell'atto di osannare personaggi della più svariata natura, incuranti delle implicazioni morali che un sostegno di tale fatta possa implicare.

Codesti bigotti probabilmente non rammentano come, sin dall'alba dei tempi, i modelli e gli idoli delle nuove generazioni nella stragrande maggioranza dei casi mai siano coincisi con i modelli e gli idoli delle generazioni precedenti: la storia, infatti, propone in continuazione nuovi soggetti che si rivelano in grado di attrarre il plauso della gente semplicemente perchè in grado di comprendere e veicolare prima di chiunque altro i nuovi valori dominanti del periodo storico che li vede sorgere, vivere e poi inevitabilmente tramontare.

In Italia in particolare, culla dell'umanesimo e del rinascimento, patria delle arti e motore della cultura europea e mondiale, l'afflato dialettico che storicamente muove il processo di creazione, stabilizzazione, verifica, confronto, sintesi ed antitesi di un nuovo sistema di valori è da sempre avvertito come conflittuale, allorquando il momento storico favorisca anzichè attutire il confronto tra le diverse generazioni. E' proprio nel nostro Paese che si va a dormire la sera da progressisti, per magari risvegliarsi la mattina successiva da bigotti.

Nell'attuale contingenza politica, economica, e sociale non posso però fare a meno di elaborare una riflessione che rende - di fatto - completamente sterili gli scandalizzati lamenti dei bigotti schierati contro i giovani, la cui unica colpa sembra essere quella di non saper discernere tra un modello di comportamento valido ed un  modello di comportamento nocivo: se io fossi un giovane nel pieno della mia esplosione ormonale, infatti, un settantenne che per svagarsi lecca la figa ad una tipa mentre un'altra gli fa un pompino sarebbe il mio idolo indiscusso. Bella lì, nonno!

Son solo bigotti che non capiscono i giovani!

19.11.13

Che mondiale sarebbe senza la Francia?

Bellissimo. Un campionato mondiale di calcio senza la Francia sarebbe un mondiale bellissimo: se questa sera allo Stade de France i galletti non riusciranno a ribaltare il secco 2-0 con il quale la corazzata Ucraina li aveva sconfitti nella gara di andata dei play-off di qualificazione a Brasile 2014 il desiderio dei tifosi di tutto il mondo diverrà una gioiosa realtà. La Francia fuori dai mondiali, tanti cari auguri ai cugini.

Se la squadra simpatia per eccellenza rischia di non andare in Brasile, anche altri due Mister Simpatia del mondo pallonaro vivono in queste ore l'attesa del verdetto che sancirà per uno ed uno solo di loro la partecipazione ai prossimi campionati del mondo di calcio, mentre l'altro dovrà accontentarsi di guardare le partite in televisione: a Solna la Svezia di Zlatan Ibrahimovic affronta il Portogallo di Cristiano Ronaldo, che all'andata si era imposto per 1-0. Sarebbe meglio un mondiale senza Ibra, o un mondiale senza Ronaldo? E' proprio vero: certe volte uno vorrebbe tutto, ma è costretto a scegliere.

Che mondiale sarebbe senza di loro?

18.11.13

Indonesiana Inter

Erick Thohir, nuovo azionista di maggioranza e nuovo presidente dell'Inter: islamico moderato, magnate dell'editoria e della televisione, proprietario di maggioranza di altre due squadre di calcio (D.C. United negli Stati Uniti e Persig Bandung in Indonesia) ed azionista al 15% di una franchigia NBA (Philadelphia 76ers). Fortunatamente non è calato in elicottero su Appiano Gentile.

A chi storce la bocca e vede in Thohir esclusivamente l'ennesimo businessman entrato nel calcio più per lucro che per passione ricordo che se non fossero arrivati Thohir ed i suoi quattrini le prospettive dell'Inter sarebbero rimaste grigie (il fatto che poi cambino effettivamente colore resta tutto da dimostrare). Poi capisco che chi ama riempirsi le fauci dello slogan "no al calcio moderno" probabilmente preferisce i club falliti ai club che, trasformati in vere e proprie aziende, tentano di sopravvivere nel tumultuoso mare del calcio moderno. Insomma, Indonesiana Inter: amala o odiala, questa è.
Indonesiana Inter.

17.11.13

Berlusconi, Alfano, Forza Italia, NCD e la morte della destra italiana

Ancora una volta, il dado è tratto: dopo Casini, Fini e a voler star larghi pure Bossi, Silvio Berlusconi si scinde - come fosse un'agghiacciante meiosi - anche dal figliol prodigo Angelino Alfano, colpevole di voler continuare a sostenere un governo di cattivoni pronti a buttar fuori a calci nel sedere dal parlamento il Cavaliere. Il dato sul quale porre l'attenzione non è però il prepensionamento del Popolo della Libertà e la riesumazione di Forza Italia, ridotta ad essere il partito del Forza Silvio e fatti li cazzi tua, ma la ragionevole supposizione che, ormai, a Silvio Berlusconi non rimanga che scindersi...da sé stesso. Ma non era l'uomo che voleva riportare all'unità il centrodestra italiano?

Anche ammettendo che Forza Italia, nonostante le condanne, nonostante le decadenze, nonostante i processi presenti passati e futuri, nonostante i fatti li cazzi tua, nonostante vent'anni di promesse elettorali non mantenute, nonostante l'IMU non rimborsata, nonostante le figuracce in mondovisione, nonostante la Santanchè e nonostante le defezioni riesca ad ottenere un buon successo elettorale, eventualità da non escludersi visto che noi si vive in Italia e non in un Paese normale, forse sarebbe opportuno guardare al futuro. Il passato infatti ha dimostrato che, senza Berlusconi a tirare il carro, il centrodestra italiano non vince, non convince e - pare - nemmeno sopravvive.

Premesso che auguro a Berlusconi una salute di ferro ed una vita lunga e felice, i suoi sodali dovrebbero iniziare a chiedersi cosa succederà dopo Berlusconi: fossi in loro monetizzerei il più possibile, finchè c'è il padrone a tenere in piedi la baracca. L'alternativa sarebbe tentare una soluzione à l'Auguste Comte, filosofo attivo tra il XVIII° ed il XIX° secolo che, incapace di convincere la gggente a lasciare che fossero gli intellettuali a guidare la società, decise di giocarsi la carta della religione ammantando la scienza ed il metodo positivo di un'aura mistica che, nelle sue intenzioni, doveva abbindolare il popolo bue e convincerlo a lasciarsi trascinare nel magnifico mondo del progresso. Già mi immagino un nuovo italico calendario nel quale il Natale si festeggi il 29 settembr...pardon il 29 Berlusconaio.

Le prospettive credo non siano delle migliori anche per il Nuovo Centrodestra di Alfano, che nasce in bilico tra la conferma dell'appoggio al governo di Enrico Letta ed il voto negativo circa la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore. Insomma, non è che per catturare i voti di un elettorato confuso - l'elettorato di centrodestra - sia necessario dare vita ad una formazione politica altrettanto confusa e confusionaria sin dalla nascita. Ciò detto, sarà comunque la Storia a decretare il successo o il fallimento di questa nuova formazione politica; intanto noi ricordiamoci della fine che hanno fatto coloro i quali hanno prima abbracciato e poi voltato le spalle al Cavaliere: irrilevanza politica anyone? Personalmente non ho dubbi circa il destino che l'elettorato riserverà a questi nuovi prodotti della scissione berlusconiana.

Il dado, come ho scritto, è tratto. Questo potrebbe davvero essere l'ultimo lancio di dadi per il centrodestra italiano, per quella destra italiana che vent'anni fa si è affidata ad un uomo solo e che, da vent'anni, perde i pezzi e non riesce a guardare al futuro. Se ai tempi del Risorgimento ci fosse stato Antonio Razzi, avrebbe detto a Camillo Benso conte di Cavour intento a brigare per l'unità d'Italia "Camillo, fatti li cazzi tua", e ci saremmo risparmiati tutto questo.

Visti i risultati, ne valeva davvero la pena???

15.11.13

Il videogioco perfetto - 6

Non c'è scampo, non c'è via di salvezza nei confronti delle sparate da scheda prodotto che affliggono la totalità delle descrizioni dei videogiochi in commercio: che tu (tu, sviluppatore) abbia un budget faraonico o debba sviluppare il tuo prodotto con una carota ed un peperone (niente fagiolini, chè quelli arrivano a costare anche 80 € al chilo), la via maestra per andare dal pubblico pagante a cercare di vendere qualche copia in più è sempre la solita. Come dite? Per vendere bisogna dire la verità su tutto, e spiegare per filo e per segno le motivazioni alla base di quella particolare scelta di design? No. La via maestra è: spararla più grossa della concorrenza, fare credere al pubblico di avere per le mani il videogioco perfetto©.

Prendete ad esempio How to Survive, GDR / hack and slash a tema zombie realizzato da 505 Games: nei panni di un naufrago dovrete uscire vivi da una serie di isole infestate da "una flora e una fauna uniche". Ho smesso da tempo di contare i videogiuochi che mi promettevano qualcosa di unico, fosse un'ambientazione o, come nel caso del gioco citato, qualche animaletto o fiore autoctoni. Il problema è che ancora c'è chi crede alla favole, ancora c'è chi si lascia turlupinare dalle persone malvagie che scrivono le schede prodotto dei videogiuochi: le dritte che seguono sono pensate apposta per voi, amici che ancora credete ai giochi che ridefiniscono un genere.

[SCRIVONO] Vivi un'esperienza di gioco adrenalinica.
[VOLEVANO SCRIVERE]  Non abbiamo la minima idea del significato del termine "adrenalinico". Sappiamo però che, come il nero, va su tutto. Ad esempio: "questa insalata di patate è adrenalinica", o "salire in auto con te è adrenalinico", o ancora "con la colazione del campione inizi la giornata in maniera adrenalinica".

[SCRIVONO] Sfrutta un arsenale personalizzabile e guida veicoli potenziabili.
[VOLEVANO SCRIVERE] Nel gioco abbiamo infilato 2 armi in croce, ma grazie ad un avanzato sistema di combinazioni potrai ottenere oltre 400 versioni differenti. Come dici? Ti sembrano tutte uguali? E non hai ancora visto i potenziamenti dei veicoli...

[SCRIVONO] Interfaccia completamente riprogettata per (inserire "PC" o "console").
[VOLEVANO SCRIVERE] Ehi, inizialmente il gioco non doveva nemmeno uscire su questa piattaforma: il publisher ci ha dato tre ore di tempo per ottimizzare tutta l'interfaccia, quindi accontentati che quando schiacci "salto" non crashi tutto.

How to Survive? Non saprei, però un suggerimento su come risparmiare i vostri soldi posso darvelo...

12.11.13

Il videogioco perfetto - 5

Quante volte avete creduto / sperato / supplicato perchè quel videogioco del quale si parlava ormai da anni e che finalmente stava per raggiungere gli scaffali (virtuali e non) si rivelasse alla prova dei fatti come quel capolavoro da tutti pronosticato? Quante volte vi siete stupiti del fatto che le prime recensioni non corrispondevano esattamente a quanto millantato dalla scheda prodotto, ed anzi mettevano in evidenza una o più criticità di quel titolo che aspettavate come il messia del videoludo? Quante volte eravate convinti che fosse alfine giunto il tempo del videogioco perfetto©, e invece vi siete accorti che era semplicemente giunto il tempo dell'ennesima sola? Troppe.

Se anche un prodotto tripla AAA come Total War: Rome II deve fare i conti con le differenze tra le meraviglie promesse degli sviluppatori, e la solita marea di bug e "dettagli" da ottimizzare che puntualmente affliggono ogni prodotto della saga nei giorni immediatamente successivi al dayone, allora non c'è speranza per nessuno. Perchè per ogni gioco della serie Total War che, col tempo, riceve sostanziose patch in grado di far veramente sbocciare in tutta la sua bellezza il fiore che inizialmente era percepibile solo in potenza, esistono decine di videogiochi che non potranno mai, alla prova dei fatti, soddisfare tutte le sparate da scheda prodotto partorite dalle persone malvagie il cui unico scopo nella vita è spillare i nostri preziosi risparmi.

Perchè ogni caratteristica millantata nasconde una verità tremenda. Ecco alcuni esempi.

[SCRIVONO] Gameplay ancora più profondo e ricco di opzioni a disposizione del giocatore.
[VOLEVANO SCRIVERE] Il nostro gioco funzionava già così com'era, ma siccome una sera ci siamo fumati qualcosa di buono abbiamo deciso di aggiungere a cazzo un tot di features che tanto toglieremo già nel prossimo episodio, dopo aver effettivamente constatato che erano tutte completamente inutili.

[SCRIVONO] Il nuovo, entusiasmante capitolo della serie che ha conquistato il favore di milioni di giocatori in tutto il mondo.
[VOLEVANO SCRIVERE] Il gioco è sempre lo stesso da tre anni a questa parte, in fondo dovendo uscire con un "nuovo" (AHAHAH) capitolo ogni Santo Natale per accontentare il publisher che vuole mungere la vacca finchè non schiatta mica pretenderete sul serio che noi si rifaccia tutto daccapo ogni anno?!

[SCRIVONO] Il nuovo gioco realizzato dai pluripremiati creatori di (inserire una serie famosa a caso, NdS).
[VOLEVANO SCRIVERE] In realtà, anche se il nome della nostra software house è rimasto lo stesso, le persone che contavano veramente hanno levato le tende da un bel pezzo e messo in piedi un'altra società, ma finchè la gggente fa finta di non ricordarselo chi siamo noi per correggerli???

Total War: Rome II. La dimostrazione che Roma non fu costruita in un giorno.

10.11.13

Se chiudo gli occhi vedo una pioggia di olive

Tutti i giorni sveglia alle sei, colazione con paste da latte e chicchi di melograno (varietà salentino-spagnola), stivali e vestiti che sanno di olio, 23° gradi a novembre e via verso la campagna a raccogliere olive.


I teli da tendere, l'erba ancora bagnata, i rami da rastrellare uno dopo l'altro, il rinforzino di metà mattina con il caffè dolce e bomboloni che esplodono letteralmente di crema, le braccia indolenzite a causa dell'uso prolungato del rastrello elettrico, il viso abbronzato.


Il pranzo in mezzo ad un prato con panino e mandarini, ancora teli da tendere e rami da rastrellare, il rastrello elettrico inteso come segno del comando, una cascata di olive da schivare, poi il sole che tramonta, l'ora di andare al frantoio.


E una partenza che mi sembra segnare la fine di una vacanza. E se chiudo gli occhi vedo una pioggia di olive.

9.11.13

Il videogioco perfetto - 4

Avete finito tutti i videogiochi in vostro possesso? Siete alla ricerca di nuova carne da macello, ma non sapete dove volgere lo sguardo? Sappiate che il videogioco perfetto© non esiste, ma alcune persone malvagie tenteranno in tutti i modi di convincervi del contrario. Queste persone malvagie sono quelle che scrivono le schede prodotto dei videogiochi, che a leggerle viene da pensare che ormai non venga pubblicato un videogioco brutto da almeno 30 anni: tecnologia allo stato dell'arte a destra, un prodotto che ridefinisce un genere a sinistra...

Certo, c'è anche il crowdfunding che ti permette di investire il tuo denaro supportando quegli sviluppatori e quei prodotti che ritieni degni del tuo interesse, prodotti che di fatto vengono "spinti" dall'insieme delle persone che hanno dato il loro bravo obolo e non dalle puttanate da campagna marketing. In casi simili, se anche viene eliminato alla base il rischio sparata da scheda prodotto, c'è sempre l'eventualità di incorrere in un esercito di fanboy pronti ad elogiare sperticatamente (che brutto termine!) il loro gioco preferito, spalando invece tonnelate di letame sulla concorrenza. [modalità fanboy on] Poi ti capita sotto le mani un progetto come Project CARS, con la sua grafica allo stato dell'arte senza bisogno di filtri e filtrini, e pensi che forse c'è ancora speranza per il mondo [modalità fanboy off]. Ma veniamo a nuove, scottanti rivelazioni.

[SCRIVONO] Nuova modalità fotografica grazie alla quale catturare i momenti più emozionanti delle tue partite.
[VOLEVANO SCRIVERE] In realtà è una roba che gli altri fanno già da anni, ma siccome noi ci siamo arrivati solo adesso la spacciamo per la pheegata spaziale del secolo. E poi noi alle "foto" per imbellirle ci applichiamo un tot di filtri che levati!

[SCRIVONO] Il videogioco ufficiale, aggiornato con tutti i contenuti e le novità della stagione attuale!
[VOLEVANO SCRIVERE] Il gioco è quello dell'anno scorso, abbiamo solo cambiato le skin...ma tanto di solito non se ne accorge nessuno e comunque se qualcuno se ne accorge è solo dopo averlo comprato! AHAHAH!

[SCRIVONO] Oltre 100 percorsi differenti.
[VOLEVANO SCRIVERE] Voialtri davvero non immaginate quanto sia facile prendere 1 (uno) percorso singolo e girarlo, rivoltarlo, specchiarlo, spezzettarlo e mischiarlo per ricavarne un gazillione di versioni diverse, così da far credere a voi beoti che in realtà nel nostro gioco c'è veramente un fottio di piste diverse. Davvero, a pensarci c'è da uscirne pazzi! :D

Project CARS. Senza filtri, come le sigarette migliori.

7.11.13

Italia, ignoranza, miseria

Se penso agli italiani di oggi, a tanti italiani di oggi, i termini che mi vengono in mente sono ignoranza, prepotenza, arroganza, violenza, maleducazione, furbizia, miseria. Ma soprattutto ignoranza.
Un'ignoranza figlia della prepotenza e dell'arroganza, figlia della convinzione che urlando più forte del prossimo si finisca per avere sempre ragione; un'ignoranza che si tramanda e si centuplica generazione dopo generazione, in una degenerazione inevitabile che finisce per demolire il tessuto sociale.
 
Un'ignoranza madre della miseria più bieca, una miseria che è allo stesso tempo morale e materiale: della prima, a questi italiani capaci solo di abbaiare come cani rabbiosi, non importa nulla poichè essi non sono nemmeno in grado di concepirla; della seconda, ben più tangibile e classificabile, costoro incolpano il resto del mondo. E il cerchio di ignoranza, prepotenza, arroganza, violenza, maleducazione, furbizia e miseria si chiude.

Se penso agli italiani di oggi, a tanti italiani di oggi, vedo solo relitti che di umano mantengono ben poco, bestie che passano la vita a latrare finchè, semplicemente, non incontrano qualcuno che abbaia più forte di loro. E, così come erano entrati in scena, spariscono senza lasciare ricordi o rimpianti.

Sopportando ci stiamo condannando da soli.

6.11.13

Il videogioco perfetto - 3

Nuovo appuntamento con il Sacro Graal videoludico, quel videogioco perfetto© che taluni vogliono farci credere esista davvero, millantando - attraverso quella curiosa forma di narrativa moderna che sono le schede prodotto - caratteristiche da smascellamento multiplo carpiato. In verità, a dar credito a tutte le schede prodotto partorite dall'umana fantasia, parrebbe che ogni singolo videogioco pubblicato sulla faccia della Terra sia così spettacolare che la sola idea di non acquistarlo meriterebbe la pubblica gogna.

Prendi ad esempio l'ultimo nato in casa City Interactive, quello sparatutto arcade che risponde al nome di Alien Rage e che in single player è caciarone quanto basta, mentre in multiplayer complice l'assenza pressochè totale di pubblico giocante ricorda più un survival horror a tema fantascientifico che uno sparatutto arcade con i moltiplicatori di punteggio: tra le caratteristiche di gioco vi sono nientepopodimenoche la distruzione degli ambienti innescabile dal giocatore e la presenza di coperture per avanzare nei livelli. In pratica ci sono i barili esplosivi e le casse dietro alle quali nascondersi. In ogni caso, ripromettendomi di controllare se per caso City Interactive non abbia cambiato un'altra volta logo prima di acquistare un qualsiasi videogioco del quale io non conosca la paternità, passo ad elencare altre sparate da scheda prodotto spacciate per verità inconfutabili.

[SCRIVONO] Esplosiva modalità multiplayer per 16 giocatori.
[VOLEVANO SCRIVERE] Nono, non significa "16 giocatori per mappa": significa 16 giocatori in totale, su tutte le mappe, prendendo come periodo di riferimento l'intero arco di vita del prodotto a partire (se tutto va bene!) dall'uscita, per arrivare fino alla conclusione del supporto.

[SCRIVONO] Trama cinematografica.
[VOLEVANO SCRIVERE] Avete presente il cinema in bianco e nero? E il cinema muto? Riuscite ad immaginare un classico film italiano di Natale in bianco e nero, e pure muto? Ecco, bravi: ci siete.

[SCRIVONO] Sistema di combattimento rinnovato.
[VOLEVANO SCRIVERE] Abbiamo semplicemente invertito il tasto del pugno e quello del calcio. Magari qualcuno ci casca.

Alien Rage. E poi dicono che sono le donne a fare acquisti compulsivi.

5.11.13

L'ultimo sogno longobardo? Avere un'edizione senza refusi!

Ognuno di noi - perlomeno limitatamente a chi certi luoghi ancora li frequenta - ha una libreria di fiducia. Noi gggiovani che da anni passiamo le nostre sfrenate estati nella ridente Liguria siamo però un passo avanti rispetto alla massa di bibliofili standard, perchè oltre alla libreria "sotto casa" abbiamo anche la libreria di fiducia delle vacanze: un luogo dove recuperare piccole perle che spesso, a causa dell'insormontabile catena dell'Appennino Ligure, non varcano mai i confini della regione.

Non credo sia il caso del romanzo storico L'ultimo sogno longobardo, scritto dall'imperiese Ugo Moriano ed edito dalla genovese Coedit Edizioni, entrato nella sestina di finalisti del Premio Bancarella edizione 2013 e che, dunque, presumo abbia felicemente oltrepassato la suddetta insormontabile catena; nel caso mi sbagliassi, io il libro l'ho comunque trovato ed acquistato nella mia libreria di fiducia delle vacanze, e quindi mi ritengo soddisfatto così. Questo romanzo è in sostanza il seguito del precedente Arnisan il longobardo e, seppur di tanto in tanto ci si imbatta in evidenti richiami alle vicende narrate nel romanzo precedente, L'ultimo sogno longobardo si legge tranquillamente anche come titolo stand-alone.

Niente da dire sulla qualità dell'opera, "un romanzo epico e cavalleresco che, prendendo avvio nel 773 con la battaglia di Pulchra Silva, oggi Mortara, si conclude agli albori del nono secolo", ma questa considerazione potrebbe - e sottolineo potrebbe - essere condizionata dal mio essere completamente ed espressamente di parte, in quanto appassionato di medioevo e di tutto quello che abbia anche solo lontanamente a che fare con il medioevo. In ogni caso questo romanzo di Moriano può essere paragonato ad un buon videogioco strategico a turni, con l'unica differenza che mentre nell'ambito videoludico ti ritrovi a dire "un altro turno e poi smetto", per poi accorgerti di aver giocato fino a notte fonda, con L'ultimo sogno longobardo ti ritrovi a dire "un altro capitolo e poi smetto"...e pure in questo caso hai fatto le ore piccole. Divertendoti.

E' facile appassionarsi alle vicende dei vari personaggi che si alternano sulla scena della Storia (e della storia, con la "s" minuscola), e seppur i longobardi di Moriano passino veramente da una sfiga all'altra senza soluzione di continuità non si avverte quella sensazione di "riscatto imminente" che, puntuale come le tasse, in altri romanzi lascia il lettore con la buffa sensazione di essere preso per il culo dall'autore, che prima ti intristisce combinandone di cotte e di crude al protagonista, e poi improvvisamente tira fuori dal cilindro il colpo di scena che rimette le cose a posto. In altre parole, questo non è un romanzo in cui prima o poi l'eroe si rialza e la mette in quel posto al cattivo che aveva spadroneggiato fino ad un secondo prima: qui ci sono solo persone in qualche modo normali che affrontano quella che noi già sappiamo essere una battaglia persa contro la Storia...ma non scendo nel dettaglio per evitare fastidiosi spoiler.

Il problema però, perchè quest'opera un problema - e grosso - lo presenta, non è la qualità del romanzo. Il problema è la qualità del libro, dell'edizione. Premesso che la copia in mio possesso risulta stampata nell'ottobre 2012, e di conseguenza non posso escludere che si sia corretto il tiro in edizioni successive, a minare con perizia e pervicacia la pazienza del lettore medio è la quantità spropositata di refusi che costellano il volume e che rendono difficoltosa la lettura. Errori di battitura, articoli e congiunzioni mancanti (o di troppo), ortografia traballante: viene da pensare o che sia mancata del tutto una revisione finale o che per errore si sia data alle stampe una versione non revisionata del romanzo. L'ultimo sogno longobardo dura 494 pagine, ma già dopo un centinaio mi sono dovuto fare forza per soprassedere e proseguire nella lettura, poichè come detto il romanzo in sé è degno di essere letto.

Due parole infine per la...discutibile copertina: un ardito mix di 3 immagini - una, quella inferiore, oltretutto palesemente in bassa risoluzione!!! - che non sfigurerebbe come locandina di una brutta fiction italiana in costume, e che per fortuna non mi ha dissuaso dal prendere comunque in mano il libro per leggere di cosa si trattasse. Se fossi stato meno ostinato e mi fossi fermato alla copertina, come fanno i lettori più casual, avrei bollato il romanzo come un polpettone storico da cestone del supermercato e l'avrei lasciato sullo scaffale. Ma questi sono gusti personali. Piuttosto: sul sito dell'editore, nella pagina dedicata alla collana della quale L'ultimo sogno longobardo fa parte, il libro nemmeno compare. Poi lamentiamoci che gli italiani comprano sempre meno libri, mi raccomando.

Ugo Moriano
Coedit
14,90€

4.11.13

Italia, decadenza, rovina

Se penso all'Italia di oggi i termini che mi vengono in mente sono decadenza, rovina, distruzione, disfacimento, crollo, incuria, tracollo, sfascio, sfacelo, disastro, degenerazione, dissesto, fallimento, ruderi. Ma soprattutto decadenza.

Tranquilli, stavolta Silvio Berlusconi non c'entra una fava. Ho solo fatto una passeggiata tra le ville in deperimento sulle rive del Lago Maggiore.

Fa male solo a me?

3.11.13

Il videogioco perfetto - 2

L'ho già detto e lo ripeto: il videogioco perfetto© non esiste, eppure ci sono persone malvagie che vogliono farci credere il contrario: sono le persone che scrivono le schede prodotto dei videogiuochi. Tutte le schede prodotto, infatti, indipendentemente dall'effettiva qualità di un videogioco, riportano caratteristiche strabilianti tese a convincere l'appassionato ad aprire i cordoni del borsello ed acquistare la merce. Per dire, anche nella scheda prodotto di The Elder Scrolls V: Skyrim si parlava di "affrontare antichi draghi in battaglie senza precedenti", quando in realtà le battaglie più ardue del gioco erano quelle contro i giganti: in altre parole, nessuno è perfetto.

A tutti piacerebbe vivere in un mondo popolato solamente da videogiochi perfetti, ognuno dei quali realmente caratterizzato da trame cinematografiche e tutti - nessuno escluso - in grado di ridefinire un genere...ma la realtà alle spalle delle sparate da scheda prodotto è differente. Ecco una prima infornata delle tristi verità che si celano dietro le beltà propinate(ci) da persone che, pur di venderci il loro videogioco, sarebbero disposte a negare che la Terra gira intorno al Sole (cit.).

[SCRIVONO] Grafica allo stato dell'arte.
[VOLEVANO SCRIVERE] Avete presente l'arte pre-raffaellita? Ecco, il nostro motore grafico risale più o meno a quel periodo. Ma da allora l'abbiamo aggiornato, eh! Pensate che adesso supporta addirittura gli shader 3.0!!!

[SCRIVONO] Il videogioco in grado di ridefinire un intero genere.
[VOLEVANO SCRIVERE] ...in grado di ridefinire il genere dei giochi brutti, perchè il nostro videogioco non solo è davvero brutto, è anche il gioco più brutto di sempre! Era ovvio che noi intendessimo dire questo, mica è colpa nostra se tu hai capito un'altra cosa (LoL)...

[SCRIVONO] Intensa campagna per giocatore singolo con finali multipli.
[VOLEVANO SCRIVERE] "Finali multipli" significa che alla fine del gioco puoi sopravvivere, morire o morire male©.

Anche Skyrim aveva i suoi difetti. Non esiste il videogioco perfetto.

2.11.13

Project CARS: screens dalla Build 597

Proseguono senza sosta i lavori su Project CARS, il nuovo simulatore di guida di Slightly Mad Studios finanziato tramite la piattaforma di crowdfunding World of Mass Development: attualmente siamo arrivati alla Build 597 (scaricabile come di consueto tramite il client di Steam), e da quando nel cuore del mio PC ruggisce una GeForce 760 GTX il mondo è un posto migliore. Di seguito una serie di screen che dimostrano inequivocabilmente questa mia grave affermazione.

Project CARS
build 597

dettagli grafici:
Post-processing filters: On
Lens flare: On
Exterior Sun Flare: Full
Interior Sun Flare: Full
Bloom: On
Heat haze: On
Detailed grass: On
HDR mode: Photographic
Global Specular Irradiance: On
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