Campionato greco di calcio, sfida tra AEK Atene e Veria: all'84° minuto di gioco l'ex capitano della Nazionale ellenica Under 19 Giorgios Katidis - 20 anni - segna la rete decisiva (o meglio, il gollonzo decisivo), quella che permette all'AEK di vincere la partita 2-1. Subito dopo parte l'esultanza del giovane centrocampista: aereoplanino? No. Trenino? Pfui. Salto mortale? Ma va: un bel saluto nazista (dalle foto si direbbe infatti che il braccio sia alzato rispetto al torso ad un angolo di 45° e non di 135°) verso i propri tifosi!
Già in campo i compagni non mancavano di manifestare la propria perplessità di fronte all'opportunità di festeggiare in tal modo la rete appena siglata, con qualche buon samaritano che nell'imbarazzo generale e nella ressa seguita ai festeggiamenti provava - inutilmente - ad abbassare il braccio teso di Katidis. Ma questo era nulla in confronto a quello che si sarebbe giustamente scatenato dopo: una bella bufera sul giovane calciatorino greco.
Così, mentre i social network condannavano il gesto, la Federazione greca si riuniva d'urgenza e decretava "l'esclusione a vita di Katidis da tutte le selezioni", poichè il calciatore "ha offeso profondamente tutte le vittime del Nazismo e ha violato i valori del calcio"; la stessa Federazione ha sottolineato come in un caso del genere sia necessaria una "condanna categorica". A nulla sono valse le scuse arrivate tramite il profilo Twitter del giocatore, che si difendeva sostenendo di non essere fascista e che non avrebbe mai fatto quel gesto se ne avesse conosciuto il significato.
Che dire? Se fosse vero, se veramente questo calciatorino greco di vent'anni che dopo una rete si toglie la maglia e con sguardo truce fa il saluto nazista davanti ai propri tifosi, non ha mai sentito parlare di coloro che, nel secolo scorso, si appropriarono del saluto romano cambiandone l'angolo di incidenza a trasformandolo in uno dei simboli della bestialità umana, allora significa che la società ha fallito, e il calciatorino merita di tornare sui banchi di scuola e di non alzare il culo dalla sedia per un bel pezzo.
Se invece, come credo, questo calciatorino greco di vent'anni ha provato ad arrampicarsi sugli specchi alla ricerca di una via di fuga che non esiste, oltre alla radiazione dalle nazionali greche merita anche una lunga squalifica, durante la quale ragionare sul rapporto tra età ed ignoranza ai tempi di internet, degli smartphone e dei tablet. Tutta robetta che forse un calciatorino di vent'anni usa per svago e non per documentazione.
L'età è davvero sempre inversamente proporzionale all'ignoranza?
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