L'Arno non sarà più d'argento come ai bei tempi, ma di buoni motivi per visitare Firenze ne restano ancora parecchi. L'importante è non scadere nell'ovvio andando a citare la Cupola del Brunelleschi, gli Uffizi, Ponte Vecchio o la Cappella Brancacci, perchè in questi tempi moderni il viaggiatore è più smaliziato e va alla ricerca della vera identità di un luogo. Eccoci arrivati al terzo appuntamento della serie "Tre buoni motivi per visitare Firenze".
LA LINGUA - E' cosa risaputa che spesso si viaggia per imparare le lingue, e cosa c'è di meglio che recarsi a Firenze per imparare una nuova lingua? Taluni potranno scadere nella frase fatta secondo la quale a Firenze e in generale in Toscana viene parlata una lingua che, semplicemente, non prevede l'utilizzo della lettera "c", ma nell'intercalare dei locali c'è decisamente di più. A Firenze, ad esempio, per uno straniero è fondamentale evitare di fare come il moscondoro, che gira gira casca sempre nella merda (ovvero bisogna evitare di girovagare a casaccio, perchè si rischia di finire in qualche postaccio).
Ancora: siccome quando si viaggia è importante trovar bel tempo, è utile sapere che a Firenze burrasche e puttane le vengan di Pistoia, il che sta ad indicare che il maltempo arriva sempre da ovest. Spesso inoltre un viaggio non dura che il tempo di un week-end, e quindi il turista accorto deve evitare di fare come il Lica, che lo metteva nel culo alla moglie per serbarle la fica (alta parafrasi per significare che spesso il gioco non vale la candela, e dunque è necessario scegliere con accortezza il proprio piano di viaggio). Ma l'insegnamento più elevato che ci giunge dalla lingua fiorentina, l'avvertimento più utile al turista che sia in procinto di visitare la città, è il seguente: senza lilleri, un si lallera. Senza quattrini, non si fa nulla...
Dante, o kome tu ti sei konciato?
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