Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione
di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale
(disegno di legge 3 agosto 2007)
estratti
di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale
(disegno di legge 3 agosto 2007)
estratti
Art. 1
(Finalità generali)
1. La disciplina prevista dalla presente legge in tema di editoria quotidiana, periodica e libraria ha per scopo la tutela e la promozione del principio del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere informati.
Art. 2
(Definizione del prodotto editoriale)
1. Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Art. 5
(Esercizio dell’attività editoriale)
1. Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.
Bene, penso non sia necessario andare oltre nelle citazioni.
Questo disegno di legge, che porta la firma di Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 ottobre.
Cosa comporta?
Semplice, tra le innumerevoli conseguenze dell'approvazione di questo disegno di legge, questo blog verrà chiuso. Come tanti altri. La maggior parte.
Per continuare a scrivere, infatti, sarebbe necessario iscriversi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), preparandosi ad una lunga trafila burocratica e al pagamento di bolli (alcuni dei certificati necessari alla registrazione, infatti, prevedono il pagamento di un bollo), e ovviamente non tutti avranno il coraggio, il tempo e la voglia di affrontare la prova.
En passant, ovviamente non tutti potranno permetterselo.
Inoltre, questo disegno di legge (chiamiamolo col suo nome: Disegno di Legge Levi-Prodi) obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Questa volta, davvero, non ho parole.
Ecco alcuni link. Fondamentali.
Prima di tutto, ecco il link alla petizione "No al DDL che limita la democrazia in rete"; firmiamola, facciamoci sentire finchè possiamo.
Infine, non posso non citare i blog che si sono uniti a questa povera "battaglia":
Forse nn tutti sanno che...
Happy 3 Friends
Se il disegno di legge si tradurrà in una norma a tutti gli effetti, tutto questo avrà fine. Non si scappa: leggetevi il testo completo di questo disegno di legge, e capirete da voi che il cappio è già bello che stretto.
(UPDATE 25/10) Una dichiarazione di Ricardo Franco Levi fa riflettere sugli effetti causati in sede politica dalla "mobilitazione dei blogger", che in questi ultimi giorni si sono scagliati in massa (o quasi) contro il disegno di legge proposto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Levi ha infatti dichiarato che l'articolo 7 del disegno di legge verrà modificato aggiungendo le seguenti parole:
"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro."
Vediamo le prime reazioni a quella che pare proprio essere una buona notizia.
Mario Adinolfi (candidato alle primarie del PD): Siamo soddisfatti per la correzione ma continuiamo a ritenere che sarebbe stato meglio abolire l'articolo 7.
Pietro Folena, presidente della commissione Cultura: Penso anche che occorra ancor meglio precisare la proposta avanzata oggi dal sottosegretario Levi, perché possono esserci realtà di confine, come i siti internet informativi senza scopo di lucro e quelli partoriti da volontariato e da associazioni e in generale tutte quelle realtà che hanno come scopo l'informazione in sé e non la vendita dell'informazione. I blogger rimangano mobilitati: facciano pressione.
(Finalità generali)
1. La disciplina prevista dalla presente legge in tema di editoria quotidiana, periodica e libraria ha per scopo la tutela e la promozione del principio del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere informati.
Art. 2
(Definizione del prodotto editoriale)
1. Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Art. 5
(Esercizio dell’attività editoriale)
1. Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.
Bene, penso non sia necessario andare oltre nelle citazioni.
Questo disegno di legge, che porta la firma di Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 ottobre.
Cosa comporta?
Semplice, tra le innumerevoli conseguenze dell'approvazione di questo disegno di legge, questo blog verrà chiuso. Come tanti altri. La maggior parte.
Per continuare a scrivere, infatti, sarebbe necessario iscriversi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), preparandosi ad una lunga trafila burocratica e al pagamento di bolli (alcuni dei certificati necessari alla registrazione, infatti, prevedono il pagamento di un bollo), e ovviamente non tutti avranno il coraggio, il tempo e la voglia di affrontare la prova.
En passant, ovviamente non tutti potranno permetterselo.
Inoltre, questo disegno di legge (chiamiamolo col suo nome: Disegno di Legge Levi-Prodi) obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Questa volta, davvero, non ho parole.
Ecco alcuni link. Fondamentali.
Prima di tutto, ecco il link alla petizione "No al DDL che limita la democrazia in rete"; firmiamola, facciamoci sentire finchè possiamo.
Infine, non posso non citare i blog che si sono uniti a questa povera "battaglia":
Se il disegno di legge si tradurrà in una norma a tutti gli effetti, tutto questo avrà fine. Non si scappa: leggetevi il testo completo di questo disegno di legge, e capirete da voi che il cappio è già bello che stretto.
(UPDATE 25/10) Una dichiarazione di Ricardo Franco Levi fa riflettere sugli effetti causati in sede politica dalla "mobilitazione dei blogger", che in questi ultimi giorni si sono scagliati in massa (o quasi) contro il disegno di legge proposto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Levi ha infatti dichiarato che l'articolo 7 del disegno di legge verrà modificato aggiungendo le seguenti parole:
"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro."
Vediamo le prime reazioni a quella che pare proprio essere una buona notizia.
15 commenti:
no anche tu
che caschi in queste cose
da "blogsfera"
il mio pensiero lo trovi nei commenti qui
http://blog.tagliaerbe.com/2007/10/la-fine-dei-blog-e-di-italiait-ma-anche-no.html#comments
spero sia solo tanto rumore per nulla.
lo spero tanto.
in ogni caso, se una proposta di legge simile fosse arrivata dal centro-destra, non posso fare a meno di chiedermi cosa sarebbe mai successo...
matte risate.
adso, però non è che facendo i menefreghisti si risolva la cosa.
se cè un problema (forse visto che non è stato ancora approvato un cazzo) perchè non affrontarlo!?
alcuni esponenti del governo hanno commentato: "Non è certo nostra intenzione applicarlo a tutti".
come? deve desumere che, se approvato, tale disegno di legge verrebbe applicato solo a soggetti ben definiti.
a casa mia, una cosa del genere si chiama censura. ;)
mammamiasignur
1. purgius: leggi i commenti nell'altro blog per piasè
2. mi rendo conto che forse è la prima volta che incocciate in una cosa del genere, intendo l'effetto nella rete. ma confido che imparerete da questa esperienza e che la prossima volta non vi rfarete infervorare così facilmente
andrà a finire come la megabufala dei bonsai kitten
http://www.attivissimo.net/antibufala/bonsaikitten/bonsaikitten.htm
dove tutto il mondo si indignò.. i siti esplosero ecc
be', è vero che il governo Prodi ce la sta mettendo tutta per lasciare un ricordo indelebile nella memoria di tutti noi, ma non mi sembra il caso di fare paragoni con la vicenda di quel burlone che, anni fa, si inventò la bufala dei Bonsai Kitten.
suvvia, quel burlone era molto più simpatico. :)
non capisco come una burla di un giovane cretino, possa incrociarsi con un disegno di legge.
è aria fritta
e vedrete che non accadrà nulla
ma nel frattempo "la blogsfera" si sarà parlata un casino addosso
si spenderanno fiumi di parole, di link e di controlink
e tutti che si attivano e si indignano. tutti quello che non si sono attivati MAI per problemi REALI, magari sottocasa
attivatevi per robe giuste valà
possiamo discutere se questo sia o meno un problema reale: io sono convinto che lo sia.
possiamo discutere della percentuale di blogosfera che sfrutterà l'occasione per "parlarsi addosso", fregandosene beatamente della bontà dell'argomento: problemi loro, evidentemente non hanno niente di meglio da fare che non cogliere al volo l'occasione per fare un po' di clic.
possiamo ovviamente anche discutere del fatto che criticare questo disegno di legge possa fare gioco a chi, come me, è lontano anni luce dalle posizioni del governo Prodi, e della sinistra in genere: ognuno usa le armi che può, e l'importante è saperne riconoscere potenza e portata.
quanto ai miei problemi reali (scrivo "miei" perchè entro un certo limite i problemi che affliggono la società vengono filtrati dal giudizio soggettivo di ciascuno di noi), e al mio modo di affrontarli e risolverli, ritengo semplicemente che un blog non sia la sede più appropriata per discuterne.
sotto casa tua c'è un povero
aiutalo
c'è un anziano solo che pensa solo alla morte
aiutalo
c'è un ragazzo che per spirito di emulazione sta annusando colla
aiutalo
e approposito: buttarla in politica è davvero "cheap"
sul serio
spiegami mo' cosa c'entra, visto che il problema della distanza della classe politica da internet è assolutamente generalizzato
cmq hai ragione, ognuno si infervora per cosa ritiene più corretto
ciao
-esiste un disegno di legge.
-ritengo che tale disegno di legge sia pericoloso.
-tale disegno di legge è figlio di un governo che, se cadesse, non potrebbe che farmi felice.
ergo: ci scrivo un post. ed è altrettanto ovvio che tutto questo c'entri con la politica.
quindi ammetti che sta strumentalizzando la cosa , a favore dei tuoi convincimenti
se fosse stato proposto da "quell'altro governo" ?
stessa foga ?
*stai
semmai un governo di diverso colore dovesse proporre una legge simile a questa, stessa foga.
ma il senso di quello che avevo scritto è che, se proprio non vogliamo prendere per buona la bontà intrinseca dell'esser contro a tale disegno di legge (e io, invece, la prendo per buona), criticare tale proposta può a mio avviso essere legittimo in quanto critica al governo Prodi.
a mio avviso questo non significa "strumentalizzare", ma ribattere punto su punto a quanto di sbagliato sta facendo (o vuole fare) l'esecutivo attuale.
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