Esistono tanti tipi di tumore.
Ci sono i tumori benigni, e quelli maligni; ci sono i tumori curabili, ma anche quelli incurabili.
Se il tumore è incurabile, c'è ben poco da fare: bisogna semplicemente accettare quello che la sorte (il destino? Il caso?) ha deciso per noi, sperando per se' e per gli altri che la sofferenza duri il meno possibile.
Quando invece il tumore risulta essere curabile, le strade da seguire possono essere due.
Innanzitutto c'è la terapia del dolore: attraverso la sofferenza, continuata od episodica, si tenta di eliminare la malattia; è una cura difficile da sopportare, perchè presuppone la costante presenza del dolore nella propria vita. Non tutte i malati di conseguenza hanno il coraggio, la forza o la voglia di scegliere questa soluzione.
In secondo luogo, e qui andiamo sul classico, c'è l'asportazione chirurgica della massa tumorale. Una eliminazione totale, e che si spera sia definitiva (troppo spesso i tumori si riformano, e tornano sulla scena). Anche in questo caso, però, non sempre il malato riesce a trovare la determinazione per farsi operare, spesso preferendo portare con se' il tumore, finchè dura, nella speranza -che è anche una convinzione- che magari il tumore non gli farà poi tanto male.
Sia la terapia del dolore, che l'asportazione chirurgica, sono opzioni che mi fanno un po' paura.
Se proprio un giorno dovessi ritrovarmi afflitto da un tumore maligno (e qui mi tocco), mi auguro che sia incurabile: neanche il tempo di scoprirlo e sei già passato all'altro mondo.
Senza soffrire e, soprattutto, senza rompere i coglioni alle persone che ti stanno accanto.
21.9.07
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