Tanta, troppa gente ha l'abitudine di perdere tante, troppe occasioni di stare zitta. Come tutti gli anni, in questo periodo esce dalle loro tane un discreto numero di persone che non sopportano il Festival della canzone italiana di Sanremo, eppure a starle a sentire pare quasi che queste stesse persone siano le uniche (o quasi...) a guardarlo: informatissime sui compensi di presentatori ed ospiti vari, dettagliatissime nelle loro critiche a questo o quell'elemento dello show, criticissime in diretta via Facebook o Twitter, viene quasi da pensare che in queste persone ci sia una gran passione per il sadomasochismo.
A 'sto giro, però, oltre ad una coppia di presentatori (Fabio Fazio e Luciana Littizzetto) che alcuni amerebbero definire "di sinistra", ci sono di mezzo pure le elezioni di fine mese: ad iniziare il balletto era stato Silvio Berlusconi in persona, secondo il quale il Festival era da spostare in quanto distrarrebbe il popolo italiano da quello che dovrebbe essere l'unico argomento di discussione valido del periodo (MPS? Finmeccanica? Le liste sporche?), le elezioni appunto (ah ecco). La verità è che il leader del PDL, più di Sanremo, dovrebbe temere la marea di cazzate (chiamiamo le cose col loro nome, dai) che, sotto Festival, provengono dai suoi aficionados...
Lo tsunami di cazzate si era palesato già prima dell'inizio del Festival, e aveva travolto (o cercato di travolgere) i presentatori della manifestazione ed i prestigiosi (o meno) ospiti: compensi troppo alti, si diceva, pagati oltretutto con i nostri soldi, i soldi del canone. Oddio, questa è un'altra delle non-novità a proposito di Sanremo, ma qualcuno più intelligente di me potrebbe aggiungere che in Italia da qualche tempo va di moda prendersela con qualcuno tacciandolo di "essere di sinistra": i giudici, gli arbitri...troppo ghiotta l'opportunità di sparare cazzate contro un Festival avvertito come pericolosamente "rosso".
La verità, e questi signori dovrebbero saperlo bene, è che esattamente come nel resto della società, anche per uno show televisivo come il Festival di Sanremo vale il principio della domanda e dell'offerta: è il mercato, baby, e lorsignori lo ribadisco dovrebbero conoscerlo bene! Esattamente come nel calcio (faccio un esempio che dovrebbe risultare facilmente comprensibile a queste persone) i grandi campioni ti portano pubblico, sponsor e vittorie, ma ti costano infinitamente più di un brocco qualsiasi. Chi critica Fazio (per citare lui) a causa del suo compenso dunque o mente sapendo di mentire, o lo fa con intenti populisti, o prima di parlare dovrebbe riflettere più attentamente sui propri pensieri.
Prima serata, altra cazzata: sul palco dell'Ariston arriva Maurizio Crozza, colpevole soltanto di fare satira, e di volerla fare imitando l'intoccabile - a quanto pare - Silvio Berlusconi. Com'era prevedibile, in sala si scatena la contestazione di 2-3 persone che - bontà loro - erano arrivate a Sanremo perchè interessate alla musica italiana. Mah. La prima cosa che mi viene in mente è che se davvero sei convinto che il Festival di Sanremo sia un programma di musica probabilmente sei stato su Marte negli ultimi 40 anni.
La seconda cosa, invece, è più pratica: chi ha avuto la brillante idea di contestare Crozza ha ottenuto esattamente l'effetto opposto rispetto a quanto si era probabilmente prefisso: rendere più simpatico il buon Maurizio ed ancora più insopportabile l'oggetto dell'imitazione del comico. Qualcuno più intelligente di me, o semplicemente più informato, potrebbe dire (anzi, ha detto) che quella contestazione era organizzata fin nei minimi dettagli, e che era una cosa ampiamente attesa. Se così fosse, dove starebbe la novità?
In conclusione, però, non posso non sottolineare come la cosa che mi da più fastidio di questo tsunami di cazzate è la spocchia snobista e cieca di gran parte di questi detrattori ad orologeria, buoni solo a riconoscere la pagliuzza nell'occhio degli altri, e incapaci di vedere la trave infilata nel loro occhio (che credevate?). Con la loro boccuccia a culo di gallina atteggiata a sorpresa fanno "Oh", si stupiscono di fronte ad un Festival di Sanremo nel quale si parla di politica e di matrimoni gay, e s'indignano. Ecco, magari il prossimo anno a fare la valletta ci mandiamo Ruby Rubacuori, così state zitti.
Dai, che tanto sabato finisce.
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