Eccoci, il giorno fatidico è giunto: Grand Theft Auto IV oggi è arrivato in tutti i negozi di videogiochi, pronto a ricevere l'abbraccio degli aficionados di mamma Rockstar Games.
Vorremmo essere qui a parlare di un gioco che ha preso, per citare un sito a caso (ma non troppo) un bel 10 su IGN, un capolavoro mastodontico almeno quanto la sua lussuosa collector's edition, e invece siamo qui a stupirci di fronte ad un servizio trasmesso ieri sera nel corso del Tg1.
A stupirci e a scuotere la testa di fronte all'ennesima dimostrazione di del fatto che una certa parte della moderna società proprio non riesce a capirli, questi benedetti videogiochi.
Il servizio viene lanciato dipingendo GTA IV, anzi pardon Gran Tef Oto (come lo chiama la giornalista...) come "il videogame più violento e contestato". E qui ci sorge spontanea una domanda: contestato da chi? Dall'avvocato Jack Thompson? Dal MOIGE? Non ci è dato saperlo.
Giulio Borrelli intanto descrive il prodotto, mentre sul video si alternano le immagini (...come definirlo?) di un poveretto che violenta un povero joypad, pigiando tasti in maniera totalmente ridicola e artefatta. Cito le testuali parole del giornalista:
"La Playstation, con i suoi pulsanti di controllo e il rumble, che vibra e trasmette emozioni, può diventare un passatempo che imbastardisce e spinge alla violenza, comprensibili dunque le critiche di educatori e famiglie".
Un commento? Dico che le famiglie, magari supportate da un servizio pubblico di migliore qualità, invece di criticare i videogiochi senza conoscerli, dovrebbero imparare a convivere con queste nuove tecnologie che spaventano tanto i nostri amici della TV.
Per questo dico Viva Grand Theft Auto IV, viva il suo bel bollino PEGI 18+, viva il buon Niko Bellic, viva mamma Rockstar Games...e Viva i Videogiochi.
Se non ci fossero loro, ci toccherebbe guardare questa televisione.
29.4.08
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